Scuola dei Diritti e delle Libertà. Il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza – Lezione 23: La Corte Costituzionale frena gli eccessi del legislatore nel contrasto alla pandemia

Scuola dei Diritti e delle Libertà. Il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza – Lezione 23: La Corte Costituzionale frena gli eccessi del legislatore nel contrasto alla pandemia

La pandemia ha costretto il legislatore ad adottare una serie di decisioni particolarmente limitative delle nostre libertà personali, ma, spesso, il Parlamento ha adottato anche delle decisioni particolarmente rigide anche per ciò che riguarda i diritti di credito: infatti, a partire dal marzo 2020, è stata sospesa per legge la possibilità di dare esecuzione a tutti i provvedimenti giurisdizionali che riconoscevano dei crediti privati – o cittadini o imprese – nei confronti delle aziende sanitarie.

Si è detto che l’esplosione improvvisa ed imprevedibile della pandemia ha costretto le aziende sanitarie a dirottare i fondi verso delle esigenze più impellenti e, di conseguenza, i crediti dei cittadini e delle aziende potevano aspettare, quanto meno, fino a tutto il 2020.

Se non che il legislatore ha prorogato questa sospensione delle procedure esecutive e dei pignoramenti anche per tutto il 2021: alcuni tribunali hanno avuto il dubbio che questa proroga anche per tutto il 2021 fosse incompatibile con la Costituzione, perché sproporzionata, rispetto all’andamento e al miglioramento delle condizioni pandemiche.

Dunque, hanno sottoposto la questione alla Corte Costituzionale, la quale ha detto che la sospensione delle procedure per tutto il 2020 è ritenuta legittima, perché è stata una manovra volta a far fronte allo scoppio imprevedibile ed improvviso dell’emergenza sanitaria.

Da un punto di vista costituzionale, dunque, è compatibile il sacrificio che è stato chiesto ai privati cittadini e alle imprese di attendere, quantomeno, la conclusione del 2020, e consentire alle aziende centinaia di destinare i soldi ad altre esigenze più impellenti.

Mentre, per ciò che la sospensione delle procedure esecutive e dei pignoramenti per tutto il 2021 la norma dal Parlamento è stata ritenuta dalla Consulta costituzionalmente illegittima, perché sproporzionata: infatti, il sacrificio delle cittadino e delle imprese, che pretendono dei soldi addirittura attraverso l’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali, è stata ritenuta eccessiva, sia perché troppo lunga – sarebbe durata dal mese di maggio 2020, fino al 31 dicembre 2022 – sia perché immotivata rispetto all’andamento della pandemia, la quale non presentava più i caratteri di eccezionalità, straordinarietà e imprevedibilità.

La Corte Costituzionale, dichiarando illegittima questa norma, pertanto, sostiene che è possibile riprendere le procedure esecutive e i pignoramenti nei confronti delle aziende sanitarie e delle amministrazioni sanitarie, anche statali: secondo la corte costituzionale, dunque, le imprese possono sopportare un piccolo sacrificio, ma non possono rischiare di essere espulse dal mercato, proprio quando sono creditrici di somme che, spesso, sono anche ingenti, nei confronti della pubblica amministrazione, la quale, peraltro, aveva stanziato questi fondi per far fronte alle esigenze dei suoi rapporti commerciali.

C’è stato anche il caso di un cittadino aveva richiesto un risarcimento del danno dovuto ad un errore di esecuzione di un’operazione chirurgica: anche questo caso, il risarcimento riconosciuto con sentenza definitiva era stato sospeso.

Tuttavia, non può essere sospeso per un periodo eccessivo, perché, dice la Corte Costituzionale – ed è questo il punto più importante – vanno bene le misure eccezionali in caso di emergenza o di fatti particolarmente straordinari, imprevisti e imprevedibili, ma, poi, la pubblica amministrazione e lo Stato devono adeguarsi ad una condizione che non è più straordinaria ed eccezionale.

Si tratta di un buon risultato che, in parte, ricalca anche ciò che era stato deciso dalla Corte Costituzionale riguardo alla sospensione degli sfratti.

Si dimostra, però, ancora una volta che la politica ed il Parlamento, troppo spesso, si lasciano prendere dal panico ed adottano decisioni troppo radicali, che sacrificano libertà e diritti.

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