Masih Alinejad e Hamed Esmaeilion a Roma per parlare di diritti e Iran – laredazione.net

Masih Alinejad e Hamed Esmaeilion a Roma per parlare di diritti e Iran – laredazione.net

Masih esorta a non diventar complici del regime e di tagliate i rapporti con la Repubblica islamica perché la loro ideologia è pericolosa e «infetta il resto del mondo». Per spiegare questo concetto la giornalista ricorda un fatto successo nel 2016 quando per la visita in Italia del presidente Hassan Rouhani, “per non offenderlo”, coprirono tutte le statue di nudo presenti nel Museo Capitolino.

Donne, Libertà e Diritti umani in Iran

Ieri, Martedì 21 febbraio 2023, alle ore 15:00 presso il Senato della Repubblica italiana, in Sala Nassirya si è tenuta la conferenza stampa “Donne, Libertà e Diritti umani in Iran”. All’incontro hanno partecipato: Masih Alinejad, giornalista e dissidente, in Usa dal 2009, Hamed Esmaeilion, portavoce dell’associazione vittime dei familiari del volo PS752, abbattuto l’8 gennaio 2020 su ordine dei Pasdaran, Hiva Feizi, Co-Fondatrice di “PaykanArtCar”, Andrea Cangini, Segretario Generale Fondazione Luigi Einaudi – FLE, Germano Dottori (Analista) e Francesco Galietti (Analista).

Il dibattito è stato organizzato da Fondazione Luigi Einaudi Onlus per Studi di Politica Economia e Storia e Ministero della Cultura.

La conferenza inizia con i saluti istituzionali di Antonella Zedda e dell’ambasciatore Mark D. Wallace. Wallace nel suo intervento ricorda quanto sia importante la libertà di stampa, una libertà che in Iran non c’è, e dove i giornalisti non possono diffondere notizie critiche e contro il regime, per questo ogni giornalista iraniano dovrebbe essere supportato dai suoi colleghi stranieri e le loro voci venir diffuse.

Hiva Feizi, grazie alla quale si è realizzata questa conferenza, interviene dopo l’ambasciatore. Ovviamente le sue prime parole sono dedicate ai cittadini e alle cittadine iraniane che combattono per la loro libertà, e alle vittime della violenza della Repubblica islamica. Il pensiero di Feizi è rivolto anche alle famiglie delle vittime del volo PS752 abbattuto l’8 gennaio 2020 dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC).

Della tragedia del volo PS752, ne avevamo parlato in un precedente articolo, ricordiamo soltanto che poco dopo il decollo, avvenuto con un’ora di ritardo, il Boeing 737-800 dell’Ukraine International Airlines che volava lungo la rotta da Teheran a Kiev è stato abbattuto, uccidendo tutti i 176 passeggeri e l’equipaggio a bordo.

L’intervento di Masih Alinejad

Masih Alinejad inizia il suo discorso partendo da un’esperienza personale. L’attivista racconta che anche lei in Iran era una giornalista parlamentare, ma che le è stato impedito di fare il suo lavoro. Il regime della Repubblica islamica, prosegue Masih, non tollererebbe nessuna delle giornaliste presenti in sala, perché non sono accettate le donne che non si coprono, e coloro che si ribellano rischiano di essere incarcerate; questa «non è solo una questione che riguarda le donne iraniane, ma l’identità e la dignità di tutte noi».

L’intervento di Masih è molto carico e pieno di energia, e con la stessa energia invita i presenti a sostenere la rivoluzione del popolo iraniano che da 5 mesi combatte per la propria libertà; in merito cita una famosa espressione usata spesso nel giornalismo «when it bleeds, it leads», ma, asserisce Masih: «questa frase vale solo per i media, nella realtà non c’è più bisogno di vedere giovani uccisi e il loro sangue versato per le strade». Sollecita anche a non credere alle notizie diffuse dai media di stato iraniani, di non diventar complici del regime e di tagliate i rapporti con la Repubblica islamica, perché la loro ideologia è pericolosa e «infetta il resto del mondo».

Per spiegare questo concetto la giornalista ricorda un fatto successo nel 2016 quando per la visita in Italia del presidente Hassan Rouhani, “per non offenderlo” coprirono tutte le statue di nudo presenti nel Museo Capitolino.

Non inaspettato è il suo appello all’Europa e all’Italia per far designare l’IRGC come gruppo terrorista, perché, ribadisce, non inserire l’IRGC tra i terroristi è comunque come prendere una posizione.

Il pensiero dell’attivista fa leva sul fatto che ciò che sta succedendo in Iran non è una «faccenda esclusivamente del Medio Oriente», riguarda tutti, il concetto di libertà non ha confini perché i «diritti umani sono globali».

L’intervento di Hamed Esmaeilion

Hamed Esmaeilion, portavoce dell’associazione PS572justice e che in quell’“incidente” ha perso sua figlia e sua moglie, ha esortato l’Ue a non negoziare con la Repubblica islamica «incapace di impegnarsi in alcun accordo», e a non fare alcun compromesso con gli uomini del regime, che imprigionano i cittadini stranieri per usarli come ricatto e perseguita le minoranze.

Anche Esmaeilion, come aveva già fatto Alinejad, ha poi ribadito la richiesta di espellere gli ambasciatori iraniani dalle varie ambasciate e designare l’IRGC come terrorista.

Successivamente, sono intervenuti Andrea Cangini, Germano Dottori e Francesco Galietti, che nel dare la loro analisi geo-politica, hanno sostenuto il movimento “Donna, Vita, Libertà”.

laredazione.net

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