“Liberiamo il commercio”: nuove sfide per i liberali

“Liberiamo il commercio”: nuove sfide per i liberali

Promuovere il dibattito sul TTIP e, più in generale, sulla liberalizzazione del commercio e degli investimenti a livello globale. È stato questo uno dei temi emersi dalla conferenza stampa “Liberiamo il commercio”, tenutasi il 25 ottobre presso la sede della Fondazione Eiinaudi.

Un obiettivo tutt’altro che scontato, come ha sottolineato il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda nel suo intervento: «Non è facile parlare oggi del libero scambio perché nel mondo occidentale c’è la sensazione che la globalizzazione sia stato un fenomeno sostanzialmente negativo, causa di molte ineguaglianze che si sono andate affermando».

Il motivo? L’approccio al tema. «La questione non dev’essere trattata in modo ideologico. Il libero commercio ha mostrato pregi e difetti: da una parte ha tirato fuori dalla povertà molte persone del mondo sottosviluppato, dall’altra ha polarizzato nella nostra società i perdenti e i vincenti, spazzando via molte delle imprese italiane».

All’evento, frutto della sinergia tra Fondazione e The Adam Smith Society, hanno partecipato autorevoli relatori, tutti firmatari del Manifesto del Libero Commercio: il già citato Carlo Calenda, Benedetto Della Vedova, Giuseppe Benedetto, Riccardo Gallo, Marco Marazzi, Salvatore Rebecchini. e Alessandro De Nicola, quest’ultimo nella tripla veste di moderatore, promotore e relatore.

Tra gli spunti della giornata, non è passato inosservato l’auspicio del Presidente Benedetto. «Spero che in futuro i liberali possano avere un ruolo sempre più decisivo nella vita del Paese», ha detto l’avvocato siciliano durante l’apertura dei lavori. «In futuro serve unità d’intenti per promuovere e realizzare riforme liberali.” Parole che speriamo possano essere raccolte.[spacer height=”20px”]

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