VagAnti

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Se nessuno è mai responsabile di niente è segno che nessuno è capace di niente, che nessuno si sente autore delle scelte che compie. Come se si vivesse in un galleggiare di sugheri, incapaci di sottrarsi alla corrente degli eventi. Invece le responsabilità esistono e coinvolgono molti.

Il ministro dell’Economia ha ricordato ai colleghi deputati che «il Mes non è né la causa né la soluzione dei nostri problemi. Il nostro problema si chiama debito, in particolare quanto costa». Ha aggiunto che l’idea di indebitarsi all’infinito è una droga allucinogena e che il bonus 110% è una mega dose di quella droga. Ha ragione. Giancarlo Giorgetti è una persona seria, ma per essere credibili non ci si può limitare a quelle – corrette – osservazioni, occorre anche assumersene la responsabilità.

Gli crediamo sulla parola, quando afferma di non avere mai detto, ai colleghi europei, che il Meccanismo europeo di stabilità sarebbe stato ratificato, ma non significa niente. Un ministro non è lì per fare previsioni, ma affermazioni. Andava o no ratificato, era nell’interesse dell’Italia e dell’Unione monetaria europea? Certamente sì. E Giorgetti lo sa bene. Se lui stesso fosse stato contrario avrebbe dovuto dirlo, non limitarsi alla banale osservazione che la ratifica è una competenza parlamentare. Oltre tutto lui è parlamentare oggi come lo era quando la riforma del Mes fu negoziata e il Parlamento ne autorizzò la firma. E se, come credo, aveva sperato in una ratifica, aveva il dovere di dirlo. Non di fare il turacciolo vagante. Dirlo e battersi, non rimpiattarsi.

Certo che il Mes non crea problemi, mentre che non serva a risolverli è tutto da vedersi. Anche il Pronto soccorso non risolve i problemi di una persona sana ma, se ha un cervello, anche da sano si sente più tranquillo, sapendo che esiste.

Il debito non lo ha portato la cicogna. Solo per stare all’ultimo atto (osceno), quello del 110%: fu varato dal secondo governo Conte (M5S e Pd), ma quando il governo Draghi (di cui Giorgetti era ministro) provò a limitarne la devastazione c’era anche la Lega a difendere il superbonus superdilapidazione. Come c’erano Fratelli d’Italia e Forza Italia. Fa bene Giorgetti a tenere duro – vedremo quanto – per evitare che il dissanguamento continui, ma ha il dovere politico e morale di riconoscere che vi ha compartecipato. Altrimenti ciascuno può dire quello che gli pare, cambiando posizione dalla sera alla mattina. Che è il (mal)costume adottato da una classe politica che vaga raccogliendo consensi nel proporsi come ‘anti’ gli altri. Salvo poi governarci assieme, come Giorgetti e la Lega hanno fatto.

A questo punto corre l’obbligo di aggiungere: come sono vaganti al governo lo sono anche all’opposizione. Ma è un obbligo ipocrita, una constatazione sterile. Intanto perché l’ultimo guaio l’ha combinato chi governa e poi perché l’odierna colpa dell’opposizione è di non essere capace di proporre una seria e credibile alternativa. Sul resto, però, sugli errori che hanno determinato quel debito, sono compartecipi gli uni degli altri. Tanto che quelli che prendono voti ‘anti’ provano a nascondere che dovrebbero essere anche anti sé stessi.

Le colpe non sono soltanto di un colpevole e sugheroso mondo politico, ricadono anche su di noi. Guardate la scena, guardate il modo in cui smottano i consensi elettorali, guardate la storia della presunta seconda Repubblica – il solo esempio di una democrazia in cui chi governa non vince mai le elezioni – e avrete chiaro che quella classe politica rispecchia il Paese che la vota.

Siamo responsabili di tollerare gli irresponsabili, oramai giunti alla teorizzazione dell’irresponsabilità. Si è convinti che galleggiare giovi, al punto che si sono prodotti due fenomeni: a. ciascuna rendita e corporazione si occupa di reclamare per sé, nell’indifferenza degli altri, che non considera (come è) il debito un costo a suo carico; b. i consensi si muovono altalenando per tifoserie, senza legami con alcuna coerenza.

Brutta roba e senza futuro.

La Ragione

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