Senza legalità non c’è libertà

Senza legalità non c’è libertà

Nonostante gli auspici di qualche pasradan dell’antisalvinismo, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto sulla sicurezza fortemente voluto dal ministro dell’interno. Lo ha fatto rispedendo il testo al parlamento per la discussione, ma stilando contemporaneamente una lettera di accompagnamento al presidente del consiglio in cui si richiamano i principi costituzionali e i trattati internazionali a cui l’Italia aderisce sul diritto all’asilo. Un richiamo legittimo ma anche pleonastico: la firma stessa da parte della massima autorità dello Stato dimostra che quei principi, seppur non richiamati nel testo del decreto, non sono stati intaccati.

In verità, la legge che ora passa in parlamento cerca di mettere ordine in quell’arcipelago anarchico di politiche e azioni pubbliche verso immigrati e rifugiati che ha caratterizzato gli ultimi anni. Più che un inasprimento, esso, collegandosi più in generale al problema della sicurezza all’interno delle nostre frontiere, sembra infatti richiamare quei principi di legalità che molto spesso sono diventati negli ultimi tempi, anche per la disorganizzazione e porosità del nostro Stato, un optional.

È un principio quello di legalità che non solo può ben legarsi a quello umanitario ma che ha ugualmente un alto valore etico. Non solo risponde infatti a una esigenza fortemente sentita dai cittadini, che vivono sulla loro pelle situazioni spesso intollerabili, ma è anche una prerogativa fondamentale dello Stato. Il quale, in età moderna, si caratterizza proprio, come ci ha insegnato Hobbes, in virtù di un “patto” volto a garantire la sicurezza dei cittadini che entrano nella sua giurisdizione. Preservare i confini è, checché se ne dica, il primo dovere dello Stato: senza questa precondizione, la stessa libertà che caratterizza il nostro mondo non può darsi. come è evidente questa volta in Locke. È naturale, per dire, che, se io chiedo ospitalità, ho il dovere di rispettare le leggi di chi mi ospita, senza delinquere o commettere atti gravi verso persone e cose. La libertà è, diceva Einaudi, l’anarchia degli spiriti sotto l’impero della legge. Ma della legge in Italia ci siamo da tempo dimenticati!

Certo, sarà ora difficile per una amministrazione pubblica mal funzionante come la nostra far rispettare tutti i passaggi previsti e fare i controlli richiesti. È qui che si giocherà la vera partita. Quanto a Salvini, il leader leghista ha certamente incassato un risultato politico non indifferente e che spicca fra le mille contraddizioni e inconcludenze di questo governo. Ma ha potuto farlo solo perché gli altri politici hanno del tutto ignorato quella richiesta di sicurezza che proveniva dai cittadini e che, in quanto tale, non è, a mio avviso, né di destra né di sinistra.

Corrado Ocone, formiche.net 5 ottobre 2018

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