Scuola di Liberalismo, il messaggio di Morin teorico della complessità – Gazzetta del Sud 22/05/2019

Scuola di Liberalismo, il messaggio di Morin teorico della complessità – Gazzetta del Sud 22/05/2019

Si avvia alla conclusione la Scuola di Liberalismo coordinata da Pippo Rao, promossa dalla Fondazione Einaudi in collaborazione con l’Università di Messina e la Fondazione Bonino-Pulejo. Un ciclo di conferenze che offre l’occasione di approfondire autori e temi della storia della filosofia e della politica con una chiave contemporanea.

Il prossimo incontro vedrà domani protagonista il prof. Enrico Guccione, noto storico delle dottrine politiche a Palermo, che collabora a «Ho theológos», alla «Nuova Antologia» e alla «Rivista Storica del Socialismo». Nel 1985 è stato “international visitor”, su invito del Governo degli Stati Uniti, con permanenza in sedi universitarie americane (George Washington University, Loyola University di New Orleans, Louisiana State University Baton Rouge, Charleston Southern University, University of Pennsylvania, Harvard University). Guccione si soffermerà sul tema “Dal liberalismo di Rosmini al popolarismo di Sturzo”.

Giorno 30 maggio, invece, il senatore Enzo Palumbo terrà una relazione su “Humboldt e il liberalismo come limite dell’autorità dello stato”, mentre il 31 maggio si terrà la tavola rotonda sul liberalismo con i rappresentanti degli ordini professionali.

L’ultimo incontro ha visto al centro dell’attenzione il grande filosofo e sociologo francese Edgar Morin, il teorico della complessità, della transdisciplinarietà e del dialogo tra i sapere, fortemente legato a Messina, dove esiste un gruppo di studio sul suo pensiero e la sua opera. A delinearne alcuni aspetti salienti la prof. Annamaria Anselmo, docente di Storia della filosofia del nostro Ateneo, con una relazione dal titolo “Morin e il liberalismo come autocritica”.

Morin è stato protagonista del dibattito politico e ideologico della Francia post-bellica, ed è stato un comunista irregolare e autonomo, mettendo in discussione alcuni aspetti del marxismo e dei regimi comunisti, dimostrando un’indipendenza di pensiero davvero ammirevole.

Il suo obbiettivo – ha osservato la relatrice – è quello di porre al centro la “comunità di destino”, una visione collettiva e universale nel rispetto delle diversità sociali, culturali, antropologiche. L’individuo, secondo Morin, deve sempre interagire con tutte le componenti identitarie e superare il classico modello binario e dualistico, in una visione complessa e articolata della società.

Ha concluso un interessante dibattito tra gli studenti e i professori Gembillo e Giordano.

Sergio Di Giacomo

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