Riforme: la Fondazione Einaudi rilancia l’Assemblea Costituente (AGI)

Riforme: la Fondazione Einaudi rilancia l’Assemblea Costituente (AGI)

Roma, 28 lug. – Rilanciare lo strumento dell’Assemblea costituente come quello piu’ efficace per procedere a una riforma organica ed equilibrata della seconda parte della Costituzione, evitando interventi parziali ed eterogenei. E’ la proposta che la fondazione Einaudi ha presentato oggi a Montecitorio in conferenza stampa, alla presenza di parlamentari di quasi tutti i gruppi, che hanno dato la propria disponibilita’ a far partire l’iter della legge costituzionale. “Vorremmo che la Costituzione – ha detto il presidente della Fondazione Giuseppe Benedetto – non fosse ‘sbocconcellata’ e presa a pezzettini. Serve una visione organica di riforma della seconda parte. Pensiamo a un’assemblea di 100 membri, che in un arco di tempo molto breve possono mettere mano alla seconda parte, in deroga all’articolo 138, quindi non ci sarebbe il referendum confermatuvo”. Tra i parlamentari sostenitori, il senatore azzurro Andrea Cangini, che sottolinea che “quando Mario Draghi non sara’ piu’ a Palazzo Chigi noi avremo ancora un sistema in crisi. Tutte le riforme del Pnrr avranno bisogno di un aggancio costituzionale. Dovremmo – ha aggiunto – eleggere subito l’assemblea costituente, perche’ finisca il lavoro entro questa legislatura”. D’accordo sull’assemblea, anche se per ragioni opposte, il senatore di FdI Ignazio La Russa: “L’assemblea serve perche’ questo governo non e’ in grado di trovare un accordo nemmeno sulle riforme piu’ limitate, come quella della giustizia. Se ci impegnassimo a presentare questa proposta in piu’ di un partito – ha concluso – gia’ partiremmo bene, poi discuteremmo sul merito”. D’accordo sull’istituzione dell’assemblea anche Marco Di Maio di Italia Viva e Dimitri Coin della Lega, mentre per il deputato azzurro Simone Baldelli dovrebbe trattarsi della subordinata, nel caso il Parlamento non riesca a produrre i correttivi promessi alle due riforme gia’ introdotte, e cioe’ la riduzione del numero dei parlamentari e l’abbassamento dell’elettorato attivo per il Senato. “Mi accontenterei – ha detto Baldelli – almeno del funzionamento del Parlamento”.

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