Quando il condono è illogico

Quando il condono è illogico

Tutti i condoni hanno un lato orrido, consistente nello schiaffo alle persone oneste, che hanno pagato il dovuto nei tempi stabiliti. O che anche hanno ritardato, pagando le penali relative al ritardo. Tutti i condoni hanno un lato positivo: prendono soldi da chi, altrimenti, non li avrebbe dati. Una cosa brutta, quindi, ma che può essere tenuta in equilibrio fra (im)morale e convenienza. Dipende.

Un condono può essere virtuoso, ad esempio, se segue una riforma fiscale. Si cambiano le regole e si consente a chi non le rispettava di mettersi in pari. In questo caso ha senso condonare penali e more, riconoscendo l’errore o l’inadeguatezza della precedente regola. Se, come nel caso presente, non solo si cancellano le penalità, ma si consente di pagare meno che se si fosse rispettata la legge, invece, gli schiaffi diventano a due a due finché non fanno dispari. Sulla faccia dei fessi che pagarono tutto, per tempo e di più.

Il condono, poi, è del tutto illogico se parte dal presupposto di volere soccorrere chi si trova in difficoltà, assumendo che tale difficoltà derivi, o sia stata aggravata, dall’avere versato a un fisco troppo esoso. È illogico perché se la norma fiscale è tale da portare fuori mercato chi la rispetta non si condona chi non l’ha rispettata, si cambia la norma. E poi, semmai, si condona. Altrimenti l’anno appresso si è punto e a capo. Ed è illogico perché altri la rispettarono, svenandosi, e a quelli non solo non si dà alcun premio, ma li si umilia dimostrando che fuori mercato vanno gli onesti e nel mercato si fanno rientrare gli evasori. Insomma, questa gnagnera dei bisognosi è largamente ingannevole e inutilmente zuccherosa.

Quando si fa un condono si deve avere il coraggio di trattarlo per quello che è, evitando l’ipocrisia di farlo passare come un soccorso caritatevole. A spese di quelli, gli onesti e i ligi, nei cui confronti si continua a non avere alcuna carità.

In queste condizioni i vecchi condoni tombali si evolvono in tombe condonanti.

Davide Giacalone, 23 ottobre 2018[spacer height=”20px”]

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