Patto d’instabilità

Patto d’instabilità

«Dottore, avete trovato una cura per i miei mali?». «Non ancora, per ora continuiamo con la morfina». Nessuno considererebbe questa una “buona notizia”. Certo, la morfina è sempre meglio che sentire il dolore, ma non cura, semmai accompagna verso la fine. Neanche l’ipotesi di prorogare la sospensione del patto di stabilità, secondo la proposta che la Commissione europea è orientata a fare, è una buona notizia. Festeggiare è stolto.

Il patto di stabilità regola l’equilibrio di bilancio, che non è una perversione sparagnina, ma l’ovvia banalità che se spendi più di quel che incassi prima o dopo vai in bancarotta. Il patto è stato sospeso a causa della pandemia, ovvero una disgrazia. Ora potrebbe esserlo ancora per la guerra, altra disgrazia. Se qui si traduce nel festival del bonus e del ristoro non si fa che accumulare guai, seri, per il futuro. Il deficit è dolorosamente necessario, ma va indirizzato dove salva o spinge la produzione di ricchezza.

Altrimenti si può chiede al medico: «Non è che, magari, avete dell’eroina?».

La Ragione

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