Parlamentare o presidenziale. Quale sistema per l’Italia?

Parlamentare o presidenziale. Quale sistema per l’Italia?

Tra pregi e difetti: il sistema scelto dai nostri costituenti non tutela fino in fondo la stabilità di governo, il modello concorrente presenta il rischio di derive autoritarie

“La Seconda Sottocommissione, udite le relazioni degli onorevoli Mortati e Conti, ritenuto che né il tipo del governo presidenziale, né quello del governo direttoriale risponderebbero alle condizioni della società italiana, si pronuncia per l’adozione del sistema parlamentare da disciplinarsi, tuttavia, con dispositivi costituzionali idonei a tutelare le esigenze di stabilità dell’azione di Governo e ad evitare le degenerazioni del parlamentarismo”.

Questo era il famoso ordine del giorno Perassi, approvato il 4 settembre 1946 dalla seconda sottocommissione della Commissione per la costituzione dell’Assemblea costituente. Egidio Tosato, un altro costituente, in un libro scritto nel 1947 sul capo dello Stato, sottolineava la necessità di adottare la forma di governo parlamentare, ma di adottarla “con quei dispositivi costituzionali che valgano ad ovviare ai più gravi inconvenienti che essa presenta”.

Quindi, i costituenti più avveduti avevano ben chiari degenerazioni e inconvenienti propri del parlamentarismo. Tuttavia, non li corressero.

Il Foglio

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