Oltre il digitale: carta e penna per restare umani

Oltre il digitale: carta e penna per restare umani

Nell’era digitale il valore di carta e penna va salvaguardato perché – per usare le parole di Virginia Berninger, docente dell’Università di Washington – “è la mano che plasma il cervello” e il gesto grafico così come la lettura di testi cartacei svolgono un’importante funzione nei processi di apprendimento. Questo il messaggio emerso dal convegno Scuola digitale: il valore imprescindibile di carta e penna, organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi ieri al Senato. “La rete non può né deve spazzare via la carta e la penna perché lettura su carta e scrittura a mano sono insostituibili. L’apprendimento attraverso i libri non è rimovibile dal sistema dell’istruzione – ha sottolineato nel suo intervento il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara –. La conoscenza, soprattutto nei primi anni di vita, passa attraverso la sollecitazione di tutti e cinque i sensi. Sollecitare solo la vista, come avviene con il digitale, impedirebbe lo sviluppo armonico e completo della persona. Il digitale non è rinunciabile, ma va governato. Alla logica dell’aut-aut preferisco la logica dell’et-et: valorizzare al massimo entrambe le opportunità”.

Dalle diverse ricerche scientifiche contenute ne Il valore imprescindibile di carta e penna promosso dalla Fondazione Einaudi emerge un dato incontrovertibile: eliminare carta e penna dal sistema scolastico danneggerebbe le capacità cognitive dei giovani. Il progetto di ricerca E-READ – Evolution of Reading in the Age of Digitalization, finanziato dal programma europeo Cost, ha evidenziato inoltre l’importanza della lettura su carta per lo sviluppo di attività cognitive, come la concentrazione, la costruzione del vocabolario e la memoria. “Cuore del pensiero einaudiano è la centralità della persona: la politica deve limitarsi a creare le condizioni affinché ciascuna persona possa sviluppare al massimo le proprie potenzialità – ha detto il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini –. Far sparire carta e penna dall’orizzonte umano, e soprattutto dal perimetro dell’Istruzione, significherebbe comprimere le potenzialità dell’individuo. La nostra ricerca – sottolinea – dimostra inequivocabilmente che la scrittura a mano e la lettura su carta stimolano il cervello e mettono in moto meccanismi neurologici che gli strumenti digitali non sollecitano: farne a meno sarebbe un danno ai singoli individui, e dunque alla società nel suo complesso”.

 

Quotidiano Nazionale 

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