L’Eutanasia della Democazia – Recensione di Lorenzo Infantino

L’Eutanasia della Democazia – Recensione di Lorenzo Infantino

In questo suo agile volume, che l’editore Rubbettino giustamente colloca nella collana “Problemi aperti”, Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Luigi Einaudi di Roma, si sofferma sull’alterazione del rapporto fra i poteri dello Stato, seguita a quella stagione a cui, con un coefficiente molto elevato di superficialità, è stato dato il nome di “mani pulite” e che ha portato all’abolizione dell’autorizzazione a procedere per i membri del Parlamento.

Nella prefazione al volume, Sabino Cassese scrive che “valutare comparativamente il regime delle garanzie per i parlamentari consente di comprenderne il ruolo in tutte le democrazie moderne”; aggiunge che il “merito” del libro sta nel riportare all’attenzione dell’opinione pubblica un tema importante per il futuro della nostra democrazia”; e non esita ad affermare che “l’immunità fa parte dell’equilibrio dei poteri”.

Il libro di Benedetto ci spinge a riflettere; e ci pone in guardia contro il male più grave contro cui la democrazia parlamentare deve lottare, costituito da quello che Max Weber chiamava “sfruttamento sentimentale delle masse”. È un fenomeno noto fin dall’antichità e che ha sempre prodotto frutti venefici. Le democrazie rappresentative sono una realtà complessa, a cui dobbiamo la nostra libertà individuale di scelta. Se non comprendiamo ciò, rincorriamo pericolosissime chimere e rendiamo un cattivo servigio a noi stessi. L’insistenza di Montesquieu sulla necessità di tenere distinti i poteri dello Stato è direttamente legata alla consapevolezza degli esiti, altamente negativi, generati dalla rottura o dall’alterazione dell’equilibrio. Il saggio di Benedetto si pone quindi come un varco attraverso cui entrare nel vasto territorio degli assetti istituzionali.

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