Le bollette crescenti

Le bollette crescenti

Cogliere l’occasione degli aumenti

Quattro concomitanti considerazioni e azioni dovrebbero essere indotte dai numeri raccolti in questa pagina.

1) L’energia è indispensabile alla vita civile e produttiva, aggredendo direttamente la sovranità stessa di un Paese. Il che dovrebbe indurre a utilizzare fonti diverse e non dipendere mai da uno o pochi fornitori. Ogni volta che, pur perseguendo la riduzione dell’emissione di CO2, si esclude una fonte si riduce la sovranità.

2) Ammorbidire gli aumenti con la spesa pubblica funziona nell’immediato ma è inutile alla lunga, perché il maggiore costo nascosto ricompare sotto forma di debito e pressione fiscale.

3) Si operi, semmai, diminuendo il drenaggio fiscale, perché all’aumentare della bolletta cresce anche il gettito di accise e Iva.

4) Chi produce energia senza utilizzare il gas – come idroelettrico e rinnovabili – sta accumulando profitti enormi, perché vende a un prezzo trascinato dal gas.

In Spagna hanno già provveduto a differenziare e prosciugare parte degli extraprofitti, sarebbe bene muoversi subito in quella direzione. Se, come si pensa, l’aumento dei prezzi sarà temporaneo, meglio. Ma sia anche l’occasione per raddrizzare qualche stortura nel modo in cui sono strutturate e fiscalizzate le nostre bollette.

Gas ed energia elettrica

Il rapporto dell’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) dello scorso 31 dicembre ha annunciato un forte rincaro del costo dell’energia. Come illustrato nel primo grafico a fianco, durante il primo trimestre dell’anno corrente il prezzo del gas naturale conoscerà un aumento di quasi 42 punti percentuali, mentre quello dell’elettricità registrerà uno storico +55%.

Secondo una stima dell’Osservatorio di Federconsumatori, le bollette di luce e gas lieviteranno rispettivamente di 334 euro (+68%) e di 610 euro (+64%) su base annua, portando la famiglia italiana media a spendere ben 943euro in più rispetto al 2021.

Il rincaro energetico non avrà solo un effetto diretto sulle tasche dei cittadini (l’aumento della bolletta), ma anche un effetto indiretto. Infatti, dato che i costi produttivi saranno più onerosi, si assisterà a un aumento dei prezzi nel settore della grande distribuzione e in quello dei servizi.

Come mostrato dal secondo grafico, il prezzo dei beni alimentari dovrebbe salire di circa il 4,2% con un impatto sul portafoglio di 300 euro in più all’anno.

Peseranno sul bilancio famigliare anche gli aumenti del 3,6% sulla tariffa dell’acqua, del 3,4% sui servizi autostradali e del 3,4% sulle prestazioni sanitarie.

I trasporti, invece, costeranno172 euro in più rispetto al 2021 con un incremento di 3,2 punti percentuali. In totale, per i servizi presi in considerazione, si stima un aumento dei costi di ben 895 euro rispetto all’anno precedente.

L’impennata delle tariffe non è di certo un fulmine a ciel sereno. Le nubi si stavano addensando già da un po’, tanto che il governo Draghi è intervenuto nel settembre 2021 stanziando 3,8 miliardi utili a scongiurare una crescita del prezzo dell’energia ancora più vertiginosa.

Dato che i numeri illustrati sono frutto di una stima basata solo sul primo trimestre del 2022, è ancora lecito sperare in un decremento dei costi. Tuttavia, se la situazione – soprattutto per quanto riguarda il gas naturale – non dovesse migliorare, saranno necessari ulteriori interventi per allentare la pressione su famiglie e imprese.

La Ragione

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