Il convegno, “Scuola digitale? Sì, ma carta e penna sono insostituibili”

Il convegno, “Scuola digitale? Sì, ma carta e penna sono insostituibili”

2Nessun pregiudizio sul digitale, che sta trasformando e migliorando le nostre vite. Ma la necessità di riscoprire e restituire l’importanza che merita la scrittura a penna e la lettura ad alta voce, attività che aiutano i bambini e i ragazzi a sviluppare le attività cognitive.

Questo il tema e l’obiettivo del convegno ‘Scuola digitale? Il valore imprescindibile di carta e penna’ organizzato in Sala Zuccari al Senato. “La rete non può né deve spazzare via la carta e la penna perché lettura su carta e scrittura a mano sono insostituibili. L’apprendimento attraverso i libri non è rimovibile dal sistema dell’istruzione”, dice il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: “La conoscenza, soprattutto nei primi anni di vita, passa attraverso la sollecitazione di tutti e cinque i sensi”, ha detto il ministro, “sollecitare solo la vista, come avviene con il digitale, impedirebbe lo sviluppo armonico e completo della persona. Il digitale non è rinunciabile, ma va governato”.

Nessun pregiudizio sul digitale, che sta trasformando e migliorando le nostre vite. Ma la necessità di riscoprire e restituire l’importanza che merita la scrittura a penna e la lettura ad alta voce, attività che aiutano i bambini e i ragazzi a sviluppare le attività cognitive.

Questo il tema e l’obiettivo del convegno ‘Scuola digitale? Il valore imprescindibile di carta e penna’ organizzato in Sala Zuccari al Senato. “La rete non può né deve spazzare via la carta e la penna perché lettura su carta e scrittura a mano sono insostituibili. L’apprendimento attraverso i libri non è rimovibile dal sistema dell’istruzione”, dice il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: “La conoscenza, soprattutto nei primi anni di vita, passa attraverso la sollecitazione di tutti e cinque i sensi”, ha detto il ministro, “sollecitare solo la vista, come avviene con il digitale, impedirebbe lo sviluppo armonico e completo della persona. Il digitale non è rinunciabile, ma va governato”.

Perché però utilizzare la penna invece che un comodo computer? La risposta, secondo Andrea Cangini, segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, è nei benefici che comporta la scrittura nero su bianco. “Le potenzialità dell’individuo verrebbero compromesse se si perdesse l’uso della scrittura a mano e della lettura ad alta voce. Si attiva l’emisfero sinistro del cervello. In particolare, a produrre tanti benefici è la scrittura in corsivo, che attiva l’area del cervello che si trova sopra a quella del linguaggio e della memoria. Inoltre stimola il pensiero logico lineare, aiuta ad associare le idee e a gestire lo spazio. Scrivere a mano, poi, consente di memorizzare meglio i concetti, perché si attivano delle connessioni logiche su quello che si sta scrivendo. Migliora anche la concentrazione dell’individuo”.

 

Ci sono differenze anche tra la lettura su un tablet o su un foglio di carta. “Leggere su un dispositivo digitale attiva l’area primitiva del cervello, mentre farlo su un libro, per esempio, le zone più nobili”. Cangini ha poi illustrato una ricerca scientifica di un pool di neuroscienziati americani che ha preso, come campione, gli studenti dell’accademia militare West Point: “La scuola è stata divisa in due classi. Una è stata fatta studiare con strumenti digitali, l’altra solo con carta e penna. Il risultato? Chi ha utilizzato metodi ‘antichi’ ha portato il 20% di risultati superiori”.

Al convegno hanno partecipato Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, Maria Teresa Morasso, grafologa, Massimo Ammaniti, psicoanalista, Sergio Russo, insegnante, Massimo Donà, filosofo, Martina Colasante, public policy manager di Google.

Tra i tanti studi presentati c’è quello di Alessandra Ghisleri: “Abbiamo coinvolto tutte le generazioni maggiorenni, dalla Z ai Boomers, intervistando poi anche gli insegnanti”, spiega mostrando i dati. Il 56,1% legge prevalentemente libri cartacei e si informa online. Il 30,8%, uno su tre, legge solo o prevalentemente su smartphone o tablet mentre il 13,1% solo su libri cartacei o giornali.

Inoltre il 60,4% ricorda di più le cose quando legge su carta, il 57,4% capisce meglio quando legge su carta e l’85% ricorda e capisce meglio prendendo appunti a mano. La carta, quindi, sotto certi aspetti rimane insostituibile. E per ribadire la centralità della scrittura il deputato Federico Mollicone (Fdi) ha spiegato come “la commissione settima ha iniziato i lavori per istituire la giornata nazionale della scrittura a mano”.

 

La Repubblica

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