#laFLEalMassimo – Episodio 7 – Salvare la scuola, salvare il futuro

#laFLEalMassimo – Episodio 7 – Salvare la scuola, salvare il futuro

 

Episodio 7 –  Salvare la scuola, salvare il futuro

L’avvio del 2021 si presenta caratterizzato da luci ed ombre sul piano politico, economico e sociale. Abbiamo finalmente i vaccini contro la pandemia, che ha fermato il mondo lo scorso anno, ma i processi logistici per la distribuzione tra i cittadini proseguono a rilento, in particolare in Italia scontano i limiti di una gestione accentrata e il mancato coinvolgimento degli operatori privati, mentre le nuove le incognite derivanti da varianti del virus costituiscono un ulteriore fattore di incertezza.

Governi e istituzioni sovranazionali hanno messo in campo misure espansive senza precedenti nella storia successiva alla seconda guerra mondiale e allentato temporaneamente le regole in merito alla tutela della concorrenza e agli aiuti di stato,  ma la declinazione di dettaglio dei progetti che verranno realizzati è tutt’altro che definita, così come rimane aperta la sfida di riuscire modulare gli interventi pubblici distinguendo tra le aziende in temporanea difficoltà  e quelle in conclamata insolvenza

In questo scenario complesso e articolato esiste tuttavia una punto di riferimento semplice sul quale è possibile concentrarsi senza dubbi o incertezze, un provvedimento dai costi trascurabili e dai benefici incalcolabili: salvare la scuola e il futuro dei nostri giovani.

La gestione della frequenza scolastica è stata una criticità per tutti i paesi ed si è articolata in modo differente secondo le diverse culture anche in base al ruolo sociale di sostegno alla famiglia che a questa istituzione essa viene attribuito nelle diverse nazioni. In Italia l’istruzione dei giovani si è confermata in coda alle priorità tanto della classe politica quanto della popolazione, che non ha mancato di protestare per il diritto di andare in vacanza o trascorrere le feste con i familiari, ma ha accettato di buon grado che la scuola chiudesse per prima e riaprisse per ultima ad ogni nuovo periodo di Lockdown.

Sappiamo con certezza che l’elevata variabilità nella preparazione e disponibilità dei docenti e nelle risorse a disposizione, così come le difficoltà di connessione a internet nel corso delle lezioni a distanza e, in ultima istanza, il diverso grado di sostegno da parte delle famiglie, hanno distribuito in modo estremamente diseguale il consistente danno dalle coorti di studenti coinvolto dalle interruzioni nella frequenza scolastica.

Sappiamo che gli studenti meno brillanti, quelli che vivono in contesti familiari più disagiati, spesso legati a condizioni socio-economiche difficili hanno subito il danno maggiore, ampliando il divario nei confronti di chi ha potuto compensare la disattenzione del governo o i limiti delle infrastrutture scolastiche, in larga misura grazie al supporto delle famiglie.

E’ necessario in primo luogo misurare l’entità del ritardo nel percorso di formazione di ciascuno studente e pianificare delle lezioni di recupero, prolungando verosimilmente nei mesi di luglio e di agosto le attività da svolgersi in aula. Occorre iniziare subito a organizzare il processo di gestione delle carenze formative identificando le necessità di personale aggiuntivo e di strumenti didattici in modo da affrontare in modo adeguato sia le plausibili ulteriori interruzioni nella frequenza che si dovessero verificare nei prossimi mesi sia la delicata fase di recupero che potrebbe svolgersi nei mesi estivi.

Abbiamo compromesso il futuro dei nostri giovani con uno stock di debito pubblico su livelli difficilmente sostenibili, un sistema fiscale iniquo e regressivo e uno schema previdenziale che realizza il peggior trasferimento intergenerazionale della storia.

Quanto meno sul versante della formazione, un ambito nel quale per i più giovani si prospetta un deterioramento permanente del capitale umano, abbiamo il dovere morale di intervenire senza indugio, a giudicare dalle previsioni di spesa pubblica destinate a bonus e prebende elettorali le risorse non mancano, occorre trovare la volontà politica e la coscienza civile del danno che stiamo facendo alle generazioni future e non sprecare ancora la possibilità che abbiamo di porvi rimedio.

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