#laFLEalMassimo – Episodio 22 – BTP Futura, elogio dell’ignoranza finanziaria

#laFLEalMassimo – Episodio 22 – BTP Futura, elogio dell’ignoranza finanziaria

Episodio 22 – BTP Futura, elogio dell’ignoranza finanziaria

Rispolverando la retorica sovranista dell’oro alla patria arriva la terza edizione del BTP Futura, con una durata di 16 anni, delle cedole crescenti nel tempo e un doppio bonus fedeltà per chi ha la pazienza di tenere il titolo fino a scadenza, beneficio che è legato alla crescita futura del prodotto interno lordo.
Senza addentrarci in passaggi troppo tecnici, facciamo solo poche osservazioni di carattere etico e comunicativo e una amara constatazione politica.
Dietro la fallace narrazione di una iniziativa nata per far fronte alle spese legate alla pandemia, si nasconde una realtà meno edificane e più prosaica: ricordiamo in primis che esiste una linea di credito dedicata del MES, finanziariamente più conveniente e teniamo presente che le emissioni di debito pubblico non sussiste alcun vincolo di destinazione: i media raccontano di una colletta per le emergenza, mentre il tesoro preferisce tenersi le mani libere per questioni meno emergenziali come salvare Alitalia o rinnovare i contratti dei navigator.
Un titolo con scadenza così lunga, non indicizzato per l’inflazione e con una parte del rendimento legata al mantenimento fino a scadenza, emesso in un periodo di tassi ai minimi storici e dunque con prospettive realistiche di rialzo costituisce quasi una trappola della illiquidità e non è un caso che questa pillola avvelenata sia stata riservata ai risparmiatori italiani dotati notoriamente di scarse competenze finanziarie.
A fronte della narrazione populista di uno stato padre protettore l’analisi dei freddi dati finanziari racconta una storia diversa. Un racconto triste fatto di palesi iniquità e di un vero e proprio furto intergenerazionale ai danni dei più giovani. Il BTP Futura è solo l’ennesimo e sofisticato meccanismo con il quale i tecnici del tesoro alimentano la fame insaziabile del leviatano inasprendo l’odiosa discriminazione emersa in tutta la sua plateale ingiustizia durante l’emergenza sanitaria: da un lato i salvati che vivono di stato a riparo da qualunque rischio e dall’altro i sommersi sui quali si scarica tutto il peso dell’incertezza e nuovi oneri si aggiungono a quelli accumulati in passato.

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