#laFLEalMassimo – Episodio 15 – Quanto è immorale pagare per vaccinarsi?

#laFLEalMassimo – Episodio 15 – Quanto è immorale pagare per vaccinarsi?

 

Episodio 15 – Quanto è immorale pagare per vaccinarsi ? 

Andiamo dritti al punto: perchè vendere i vaccini è tabù? Ovviamente perché qualsiasi tentativo di affrontare un discorso inerente la commercializzazione dei vaccini evoca odiose prospettive eticamente inaccettabili: da un lato i ricchi che possono acquistare il prezioso trattamento sanitario e vivere, dall’altro i poveri e disgraziati costretti a morire nell’indigenza.

Le narrazioni demagogiche sono tuttavia semplicistiche e in ultima analisi fuorvianti:  la realtà è più complessa di quanto non appaia al primo sguardo superficiale e, se proviamo ad affrontare il tema senza pregiudizi potremmo arrivare a conclusioni sorprendenti.

Prendendo spunto dai numerosi articoli scritti sul tema dall’economista americano John Cochrane, molti dei quali pubblicati sul suo blog the Grumpy Economist possiamo osservare che la base di partenza del ragionamento che porta al monopolio di stato nella gestione dei vaccini è essenzialmente l’idea che la diffusione dei contagi sia in qualche modo inesorabile e che la scelta eticamente preferibile sia quella di  proteggere i più vulnerabili, come gli anziani e i soggetti immunodepressi,  in modo diretto vaccinandoli per primi e in modo indiretto vaccinando quelli che vengono in contatto con loro come gli operatori sanitari.

Siamo sicuri che sia questa la scelta più razionale?

Teniamo fermo l’obiettivo di civiltà di ridurre al minimo possibile il numero di morti collegate alla pandemia e chiediamoci se il monopolio di stato nella distribuzione sia la modalità ottimale per l’utilizzo dei vaccini.

Prima provocazione: abbiamo tutti visto sui media le immagini di individui molto anziani vaccinati per primi. Tuttavia è noto che il farmaco non era stato testato su quelle fasce di età: siamo sicuri che il modo migliore di proteggere un novantenne sia somministrargli un vaccino testato su fasce di età molto diverse? Non sarebbe più efficace per gli anziani puntare su distanziamento e isolamento e vaccinare i soggetti che hanno maggiore probabilità di diffondere il contagio, come gli operatori sanitari o il lavoratori che rendono possibili i servizi essenziali?

Seconda provocazione: mentre è evidente il legame diretto per il quale la malattia è più pericolosa per i soggetti caratterizzati da fragilità, è molto difficile quantificare l’effetto indiretto legato a chi muore a causa di ritardi nella diagnosi e nella cura di altre malattie o per altre cause legate alle misure di contenimento dei contagi come la chiusura delle attività produttive: ad esempio una drastica riduzione nel reddito disponibile riduce l’aspettativa di vita.

Dunque è possibile che vaccinare prima i più fragili non sia la scelta che riduce il numero di decessi in assoluto, ma solo quella che rende minima la perdita di vite umane appartenenti ad alcune categorie, ma paradossalmente aumentando la mortalità in altri gruppi di individui.

Aggiungiamo alcune complicazioni: una prima riguarda la sostituibilità a livello individuale del vaccino con altre misure di prevenzione. Per difendere un anziano posso usare sia i vaccino che il distanziamento. Entrambe le soluzioni raggiungono il risultato di garantire protezione a livello individuale. Da un punto di vista della collettività ci sono soggetti che non possono osservare isolamento o distanziamento, come gli operatori sanitari, quelli che lavorano nei servizi essenziali, ma più in generale i soggetti che quando si allentano le misure restrittive circolano di più E’ dunque plausibile che faccia meno morti vaccinare i soggetti che possono diffondere il contagio rispetto agli anziani che possiamo proteggere in altri modi.

Altra complicazione è il limite logistico alla capacità dello stato di distribuire le risorse scarse. Se ogni 100 dosi disponibili lo stato facendo del suo meglio ne distribuisce tempestivamente solo 50, ne spreca 10 e ne alloca male 40 causando un numero di morti che si sarebbero potute evitare perchè non considerare soluzioni alternative?

Un meccanismo molto efficiente, che in genere viene sottovalutato per motivi ideologici, è quello di lasciare spazio alla libera contrattazione tra gli individui. Questo non vuol dire vaccinare solo i ricchi o far morire i poveri. Vuol dire sfruttare quella sorta di intelligenza collettiva che mobilitando le conoscenze e competenze di tutti gli individui promuove il bene comune in una misura che non raggiungibile dalla pianificazione centrale.

Alcuni hanno una paura elevata del contagio (che può essere fondata o meno) altri potrebbero avere delle preferenze opposte. Se lasciamo ai primi la possibilità di vendere ai secondi il proprio diritto a circolare, migliora il benessere di tutti. Certo, per limitare i danni alla collettività prodotti dai comportamenti individuali è necessario che lo stato impone ad esempio misure di distanziamento e protezione a chiunque circola e che sanzioni chi infrange le regole.

In quest’ottica dunque, dovrebbe essere consentita la possibilità per i privati cittadini di comprare e vendere vaccini, o di accordarsi per negoziare diritti individuali derivanti dallo stato di emergenza. Se per esempio, per limitare i contagi, tutti dovessimo ridurre del 50% i nostri spostamenti, dovrebbe essere consentito ad alcuni di attuare una riduzione maggiore, poniamo del 70% o del 100% negli spostamenti, vendendo o regalando a chi lo desidera la la possibilità di usare quel diritto a circolare che non viene sfruttato.

C’è un esperimento mentale tratto dal blog dell’economista Cochrane che ci aiuta a illustrare in modo efficace questo punto. Supponiamo che sia lasciata ai cittadini la libertà di comprare o di testare vaccini non ancora approvati previa sottoscrizione di una liberatoria sulle possibili conseguenze da danni collaterali.

Esiste sicuramente un certo numero di individui che dispone di una combinazione competenze tecniche tali da comprendere appieno i rischi e di propensione individuale sufficiente ad accettarli. Questo mette in moto il processo.Il vaccino Moderna  mRNA-1273 con un tasso di efficacia del 94.5% reso noto il 16 novembre 2020 era già stato progettato il 13 gennaio.

La soglia di tolleranza degli effetti indesiderati scelta dal pianificatore centrale negli Stati Uniti è costata alla nazione 10 mesi, un numero incalcolabile di decessi e danni enormi di carattere sia sanitario che economico.

Il senso di questo aneddoto non è sostenere che il governo avrebbe dovuto autorizzare la circolazione un vaccino prima di verificare che fosse ragionevolmente sicuro. Ma capire che nessun farmaco può esserlo in modo assoluto e che la volontà di alcuni individui di prendere dei rischi può essere utilizzata a beneficio della collettività In effetti è quello che avviene quando volontari accettano di sperimentare. La differenza sta nel lasciare ai singoli la libertà di scegliere: forse,  alcuni individui che sono morti di cancro o di altre patologie diagnosticate o curate in ritardo a causa della pandemia, avrebbero accettato i rischi di un vaccino non ancora approvato pur di accelerare altre terapia che li avrebbero tenuti in vita.

Quante vite avremmo potuto salvare anticipando anche solo di 5 o 6 mesi la diffusione di un vaccino tra coloro che erano disposti ad accettare le conseguenze degli effetti collaterali? Quante ne abbiamo sacrificate a causa dell’illusione fatale dei pianificatori centrali di voler salvare tutti da un male anche a costo di lasciare che altri mali mietessero vittime innocenti?

E’ abbastanza evidente come il contributo dato al benessere collettivo dalla libertà di contrattazione individuale non possa essere sostituito neanche dal più capace e illuminato dei governi accentratori. Non è un discorso complesso ma è semplice tanto quanto lasciare ai cittadini la libertà di scegliere, limitando il ruolo dello stato alla correzione delle esternalità negative.

Nelle note trovate i riferimenti dei post di cochrane, di un paper di ALberto Bisin e Piero Gottardi e un analisi critica del piano vaccini curata da Carlo Alberto Carnevale Maffè.

 

Riferimenti

https://johnhcochrane.blogspot.com/2020/12/free-market-vaccines.html

https://piueuropa.eu/wp-content/uploads/2020/12/analisi-critica-del-piano-vaccini.pdf

https://johnhcochrane.blogspot.com/2021/02/a-modest-proposal-for-vaccine-rationing.html

https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3723578#

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