#laFLEalMassimo – Episodio 13 – La rivoluzione silenziosa della normalità

#laFLEalMassimo – Episodio 13 – La rivoluzione silenziosa della normalità

Episodio 13 – La rivoluzione silenziosa della normalità

Esiste un consenso pressoché unanime tra le persone dotate di buonsenso e sufficiente onestà intellettuale sul fatto che il governo Draghi conseguirà importanti risultati in merito ad una adeguata gestione della crisi sanitaria e alla corretta predisposizione dei provvedimenti necessari per l’accesso alle risorse del recovery fund. 

Gli unici dubbi riguardano le probabili resistenze, quando non l’aperta ostilità, di tutti coloro che beneficiano di vantaggi e privilegi dallo status quo. 

Da più parti è stato evidenziato come il tempo a disposizione dell’esecutivo sia limitato. Va inoltre considerato che l’ampio sostegno della maggioranza è l’effetto di circostanze eccezionali che verranno meno man mano che gli obiettivi del governo saranno raggiunti. E’ inoltre sotto gli occhi di tutti l’aperta contraddizione per la quale da destra a sinistri si applaude a chi propone l’esatto contrario di tutto quanto è stato da loro detto e fatto fino ad oggi. 

Un sano scetticismo risulta del tutto comprensibile: uno scenario nel quale il nuovo governo riesce a fare il minimo indispensabile, dovendo soccombere all’opposizione degli interessi costituiti è tutt’altro che improbabile. 

Personalmente trovo però che nelle dichiarazioni programmatiche illustrate in Senato ci siano ragionevoli elementi di speranza. 

Prendiamo ad esempio il passaggio sulla PA

“L’altra riforma che non si può procrastinare è quella della pubblica amministrazione. Nell’emergenza l’azione amministrativa, a livello centrale e nelle strutture locali e periferiche, ha dimostrato capacità di resilienza e di adattamento grazie a un impegno diffuso nel lavoro a distanza e a un uso intelligente delle tecnologie a sua disposizione. La fragilità del sistema delle pubbliche amministrazioni e dei servizi di interesse collettivo è, tuttavia, una realtà che deve essere rapidamente affrontata. 

Particolarmente urgente è lo smaltimento dell’arretrato accumulato durante la pandemia. Agli uffici verrà chiesto di predisporre un piano di smaltimento dell’arretrato e comunicarlo ai cittadini.”

Notate bene, nessuno può cambiare la forma mentis degli italiani in pochi mesi e men che stravolgere consuetudini radicate. Ma la rivoluzione sta nell’impegno pacato e pervicace nel perseguire la normalità: Draghi non parla di fannulloni, non minaccia licenziamenti o punizioni e non incrocia le armi contro i sindacati. Con la leggerezza di un bambino che indica il re nudo evidenzia che c’è un arretrato e chiede un impegno nei confronti della cittadinanza per recuperarlo. 

Così come andranno recuperate le lezioni perdute e andranno fatti tutti gli sforzi possibili per accelerare il processo di vaccinazione. Nell’Italia del 2021 non c’è niente di più rivoluzionario che la moderata ricerca della normalità.

Questo lascia ben sperare, perché con lo spirito di chi vuole perseguire veramente il bene comune, non avendo interessi personali da difendere, è possibile avviare un processo di cambiamento e riforma che prima era impensabile.

Staremo a vedere come si evolve, ma l’inizio promette molto bene. 

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