Casa e casasotto

Casa e casasotto

“L’Europa vuole mettere le mani sulle nostre case, ci vuole portare via le case!” “C’è una patrimoniale mascherata che stanno imponendo al cittadino inerme europeo!” Anzi no, a quello italiano. Ci si esprime ormai per continenti: l’Europa. Non è chiara l’idea che si chiami Unione Europea, che la Direttiva non ci sia ancora, che al Consiglio Europeo è passata con il consenso del Governo italiano, il Governo Meloni. La patrimoniale mascherata in Italia la paghiamo già, è quella porcheria che si chiama tasi, per cui si paga sulla spazzatura non in ragione della spazzatura, bensì in ragione dei metri quadrati. I soldi di questa tassa vanno a municipalizzate che lavorano in regime di monopolio largamente disfunzionali e inefficienti a cominciare dalla capitale, Roma, dove abito e pago uno sproposito di tasi e con la spazzatura ci faccio anche amicizia perché continuo a guardarla dalla finestra come Giulietta guardava Romeo.

“Ci impoveriscono, ci portano via i soldi perché vogliono imporci delle cose!” “Quando mai si è visto che qualcuno ti impone delle cose a casa tua?” Qui! Ora, ieri, sempre. Ma perché a casa si può avere un impianto elettrico qualunque? No, deve essere a norma. Se l’impianto elettrico non è a norma, per ragioni di sicurezza, la casa non si puoi mettere a reddito. Questo è ciò che è stabilito dalla legge italiana. Le caldaie devono essere a norma, è un’imposizione, con in più anche il controllo periodico che si chiama “bollino blu”.

Ma veniamo al dunque: la Direttiva non c’è ancora, come dicevamo, è in discussione al Parlamento Europeo e riguarda tutti gli immobili d’Europa, non solo quelli italiani. In Europa l’85% degli immobili sono stati finiti di costruire prima dell’inizio di questo secolo, che non è tantissimo che è iniziato, ma comunque sono immobili datati. Non è che quelli italiani sono più vecchi degli altri per principio, non è che abitiamo nelle case dell’Impero Romano, quelle che derivano dal Settecento e dall’Ottocento ci sono anche in Francia, in Germania, le altre si chiamano monumenti. Il 75% avrà bisogno di interventi, quindi vale per tutti. Perché la “cattivissima Europa” mi vuole portare via i mattoni? Il problema non è questo. L’Italia è il solo paese europeo in cui gli immobili non sono aumentati di valore, perché l’Italia è il paese in cui i redditi non sono aumentati, perché la produttività è stagnante, etc.

In Francia, siccome l’idea è quella di arrivare a neutralità nel 2050, ma anticipare al 2030 per gli immobili, a Parigi hanno deciso di farlo entro il 2025. Non sono masochisti, puntano ai soldi, e fanno bene perché investire nel risparmio energetico di un immobile significa aumentare il suo valore patrimoniale e diminuire il suo costo di gestione, quindi è un buon affare. Allora, anziché stare lì a delirare di cose che non stanno né in cielo in terra, perché non ci occupiamo di questioni più semplici? Occorrono sgravi fiscali, non spesa, non quella porcheria del 110%.  A proposito, tutti i soldi che abbiamo buttato al 110% cos’erano? Efficientamento energetico? Facciate? Bene! E questo sarebbe il paese che dice che non si deve spendere. Lo trovo ridicolo.

Allora non spendiamo. Le agevolazioni fiscali sono un guadagno per lo Stato perché se si agevolano i lavori in un tempo congruo (perché tanto in un anno è impossibile dato che non ci sono abbastanza imprese) con lo sgravio non si hanno costi esorbitanti, gli immobili aumentano di valore e quando sarà il momento della compravendita lo Stato incasserà di più, quindi riprenderà parte dei soldi che non aveva incassato prima. Ma che volete, bisogna essere contro l’Europa. Parentesi finale: ratificano il Mes, il che spiega tutte queste chiacchiere inutili sugli immobili. Si sono dovuti rimangiare l’opposizione al Mes.

 

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