Proprietà sprezzata

Proprietà sprezzata

Diritto sfrattato

Nei numeri relativi agli sfratti non c’è solo un problema abitativo, ma anche la bancarotta del diritto e della giusti-zia. La Costituzione tutela la proprietà, ma a fronte della pressoché totalità degli sfratti dovuti a morosità, solo pochi vengono eseguiti, sicché la proprietà non è affatto tutelata. Se l’inquilino è bisognoso lo si aiuta, ma il più delle volte approfitta della giustizia non funzionante. Il che uccide il mercato, ridicolizzando le regole.

La piaga degli sfratti sospesi

Durante la fase più acuta della pandemia, molti italiani si sono trovati nella condizione di non poter pagare l’affitto. Si tratta dei “morosi incolpevoli” ovvero di quei cittadini che, a causa dell’emergenza, hanno visto i loro introiti assottigliarsi o scomparire.

Per questo motivo il governo Conte II, attraverso il decreto Cura Italia del marzo 2020, ha annunciato la sospensione dell’esecuzione degli sfratti fino a giugno dello stesso anno. Tale scadenza è stata più volte prorogata fino all’attuale termine ultimo del 31 dicembre 2021.

Durante l’arco del 2020 è stato quindi possibile assistere a un decremento degli sfratti di ben 20.660 unità, pari a una contrazione dell’80% rispetto all’anno precedente. Come mostrato dal primo grafico a fianco, questa diminuzione è stata omogenea in tutte le regioni italiane eccetto le Marche.

E ora? Ci si augura che tutti i “morosi incolpevoli” siano riusciti a saldare le mensilità arretrate e che possano conservare la propria abitazione. Tuttavia, oltre alla porzione di cittadini che rientrano in questa categoria, la sospensione degli sfratti ha tutelato anche i “morosi classici” e gli inquilini che non se ne sono andati dopo la scadenza del contratto d’affitto.

I provvedimenti di sfratto per questi ultimi, dunque, si sono accumulati per ben due anni, creando in questo modo un vero e proprio esercito di insolventi. Secondo le stime di Unione Inquilini, nel 2022 verranno eseguiti circa 100mila sfratti, un numero enormemente superiore alla media degli ultimi 16 anni (dal 2004 al2019), che si attesta intorno ai 28mila provvedimenti.

Quello che oggi è un esercito di inquilini indesiderati, domani sarà uno sciame di persone in cerca di un tetto: le case popolari rimangono poche e la loro assegnazione è un incubo burocratico, la Caritas è già allo stremo e il mercato degli affitti non è accessibile a tutti.

Anche se siamo solo all’alba del nuovo anno, è ragionevole prevedere che il 2022 sarà caratterizzato da una grave emergenza abitativa innescata, ancora una volta, da una politica troppo incline ad adottare misure assistenziali a pioggia, incapace di progettare interventi efficaci a lungo termine e di valutare le conseguenze delle misure adottate in fase d’emergenza.

La Ragione

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