Lโevento era pubblico ma nonostante il sottosegretario Davide Faraone comunichi ogni cosa quasi fosse giร in campagna elettorale, di questa presentazione non si รจ sentito parlare affatto. E dire che di occasioni per โfarsi belliโ ce ne sarebbero state vista la parata di siciliani illustri, tutti lรฌ per lui, per la presentazione di quel libro sul quale ormai non sembra puntare poi tanto.
Stiamo parlando di Sottosopraย il libro con cui Davide Faraone disegna la sua idea di Sicilia. Un libro che ha da tempo varcato i confini siciliani. Ma lui, il sottosegretario renziano di Sicilia, ha lasciato da parte la polemica con il governatore Rosario Crocetta e dunque lascia che passino un poโ come fossero eventi privati anche le presentazioni del suo libro.
Siamo in โLargo dei Fiorentiniโ a Roma sul Lungotevere. Il teatro รจ la Fondazione Luigi Einaudi. Eppure piazza e fondazione alla presentazione del libro del Sottosegretario allโIstruzione Davide Faraone, ormai circa un mese fa, la si sarebbe potuta ribattezzare โLargo dei Sicilianiโ, per via dei tanti isolani illustri โ con qualche eccezione oltre lo Stretto, dal presidente del Cnr Massimo Inguscio alla giornalista Rai Anna La Rosa che siciliana non lo รจ per poco, essendo di Reggio Calabria โ che si sono ritrovati per discutere insieme proprio delle proposte di cambiamento contenute nellโopera prima del numero uno dei renziani della Sicilia.
โCu nesci, arrinesciโ: il professore Mario Lupo, presidente onorario della Fondazione, siciliano anchโegli, che ha il compito insieme alla firma de Il Giornale, Davide Giacalone, di introdurre il Sottosegretario, cita il famoso detto che mai fu piรน appropriato che in quella circostanza. Seduti in prima fila la moglie del presidente del Senato, Pietro Grasso, lโex rettore di Palermo, Roberto Lagalla, il nutrizionista piรน famoso della televisione italiana, Giorgioย Calabresi, Vittorio Campione, ex capo della segreteria del Ministro Luigi Berlinguer e Consigliere del Ministro Francesco Profumo. Tutti personaggi e professionalitร isolane illustri che brillano o hanno brillato nel Continente.
Un variopinto insieme di menti messe insieme per discutere di Sicilia a Roma. Un segnale forte che Faraone non vuole che come tale venga percepito. Una presentazione che ha perfino anticipato quella, quasi dispettosa e partecipatissima (forse la piรน partecipata di tutte), presentazione fatta a Tusa nella tana che fu di Crocetta proprio la domenica dopo i saluti e gli abbracci con Renzi in Sicilia. Una sede prestigiosa, presenze prestigiose e soprattutto nessun limite espressivo trovandosi fuori dalla Sicilia, nessun rischio di impelagarsi ancora in una polemica con Presidente della regione del quale non รจ piรน necessario parlare.
E perรฒ, analizzando pagina dopo pagina del libro che propone di mettere la Sicilia sottosopra non puรฒ che arrivare la stoccata โpotrebbe sembrare un programma di governoโ, diceย a Faraone la giornalista Anna La Rosa, e non รจ lโunica in sala a pensarlo e a dirlo โ viene fuori la certezza che se i siciliani hanno fatto la fortuna dellโItalia, devono, in un futuro molto prossimo, farla anche della propria regione. E in effetti nella platea selezionata si scorgono volti di giovani e giovanissimi che possono cambiare veramente il destino della propria terra.
Cโรจ il nipote di Leonardo Sciascia, Fabrizio Catalano, che a fine presentazione commenta con il Sottosegretario la visita alla scuola del nonno. O Gloria Giorgianni, nipote di Elvira Sellerio, anche lei attenta in seconda fila, Roberto Natoli presidente di Espero. Ma sono tanti i giovani avvocati, imprenditori, professionisti siciliani che hanno colto lโinvito e prestano attenzione e interesse alle ricette politiche ed economiche di futuro del Sottosegretario che Lupo e Giacalone definiscono liberali e quindi assolutamente in linea con lo spirito del luogo e con il percorso politico dellโex presidente a cui รจ intitolata la Fondazione.
Insomma lโidea รจ quella di un cenacolo, di un ritrovo di una classe dirigente che โcon coraggioโ โ lo dice piรน volte Faraone parlando di ciรฒ che รจ contenuto nel suo libro โ puรฒ cambiare le sorti dellโisola, soltanto se si ha la forza di mettere da parte il passato, demolire per ricostruire dalle radici solide dellโisola. In forte discontinuitร con il passato.
รย questa la Sicilia che immagina, e questa la Sicilia che vorrebbe. E a Roma, alla fondazione Einaudi, davanti a tanti siciliani illustri di ieri, di oggi e probabilmente di domani la sua posizione sembra essere emersa. Forse non ci saranno altre occasioni per sentirla, almeno fino al 4 dicembre