Nei numeri il flop del reddito di cittadinanza

Nei numeri il flop del reddito di cittadinanza

In Italia sembra impossibile analizzare un problema guardando i dati, preferendo invece prendere posizione a seconda di quanto è simpatico parla per primo. È il caso del Reddito di cittadinanza, messo in discussione da Matteo Renzi e su cui La Stampa sta ospitando un dibattito. Il Rdc fu introdotto con tre obiettivi: sconfiggere la povertà, migliorare la giustizia sociale e aiutare a trovare lavoro. Andiamo a verificare i risultati. Dal balcone fu annunciato l’obiettivo di “abolire la povertà”. L’Istat dimostra che nel 2019 (pre-Covid) il massimo che il Rdc era riuscito a fare è ridurre dello 0,6% rispetto al 2018 l’incidenza della povertà assoluta familiare. Ma già nel 2020 questa riduzione non solo è stata annullata, ma si trovava a un livello superiore di 0,7 punti a quello del 2018. Certo, c’è stato il Covid. Ma, compreso anche l’ulteriore strumento del reddito di emergenza, complessivamente i contribuenti italiani hanno speso 13 miliardi sul contrasto alla povertà. Viene naturale chiedersi se allora forse non siano gli strumenti a essere disegnati nel modo sbagliato. Fernando Di Nicola, della direzione studi e ricerche Inps, utilizzando un modello di microsimulazione (La Voce, 2 luglio 2021) calcola che il 30% dei beneficiari del reddito di cittadinanza lo percepisca indebitamente, per evasione o truffe. Stiamo parlando del 38% delle somme erogate, circa 3 miliardi. Che non andrebbero quindi ad aiutare i più poveri, ma solo a rimpinguare le tasche dei più furbi. La sottosegretaria Guerra ieri ha citato i dati Anpal e ha affermato che prima del Covid “il 25,7% dei beneficiari tenuti alla stipula del patto sul lavoro ha avuto un contratto, per quanto solo il 15% a tempo indeterminato”. Voglio credere a una sfortunata svista, perché non è il 15% di tutti i beneficiari, ma il 15% del 25,7% (cioè di quelli che hanno avuto un contratto). Quindi il 3,8%. E non esiste alcuna prova che anche questa esigua percentuale abbia trovato lavoro grazie al sistema dei navigator; più probabile che lo abbia fatto nonostante esso. Tutti gli esponenti politici, compresi quelli del M5S, riconoscono che il lato delle politiche attive sia stato un fallimento totale. Tutti tranne la sottosegretaria Guerra, evidentemente. Affrontare i problemi con obiettività e coraggio è sempre possibile. E più utile che imitare il tifo da stadio.

Luigi Marattin
La Stampa, 7 Agosto 2021
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