In principio fu Fontana di Trevi, l’ipocrita dibattito sul match Musk-Zukerberg

In principio fu Fontana di Trevi, l’ipocrita dibattito sul match Musk-Zukerberg

In principio fu Fontana di Trevi. Quel che è ancor oggi vietato a noi comuni mortali fu concesso nel 1960 alla divina Anita Ekberg: immergersi nelle acque del monumento settecentesco, realizzando così la più memorabile tra le scene della Dolce Vita di Federico Fellini e il più efficace tra gli spot involontari della Città eterna. Altro che Open to Meraviglia… Lo stesso anno, per le Olimpiadi, fu deciso di tenere gli incontri di lotta greco-romana alla Basilica di Massenzio, a due passi dal Colosseo.

Da allora, è stato un crescendo. Dalle rappresentazioni liriche ai Led Zeppelin, l’Arena di Verona, risalente all’epoca augustea, non ha mai smesso di ospitare eventi musicali pagati a caro prezzo. Così anche il teatro antico di Taormina, quello greco di Siracusa, quello romano di Ostia e via elencando. Ai mitici Pink Floyd sono stati concessi gli scavi di Pompei e la laguna di Venezia davanti a quel patrimonio dell’umanità che è la Basilica di San Marco. Tom Cruise è stato autorizzato a scorrazzare rombando lungo i Fori Imperiali e ai marchi della moda è stato consentito di sfilare lungo la scalinata di Trinità dei Monti, mentre il regista Peter Greenaway ha potuto allestire un set al Pantheon piuttosto che sull’Altare della Patria per girare Il ventre dell’architetto, altro spottone implicito su una Roma per l’occasione illuminata a fiaba così come un sindaco minimamente lungimirante la illuminerebbe sempre. A pagamento, sono state organizzate cene sontuose sul Ponte Vecchio di Firenze, sotto la Cappella Sistina di Roma, alla Galleria degli Uffizi, al Colosseo…

Non ci capisce, dunque, il coro di indignazione che ha accolto la notizia del match di pugilato tra Elon Musk e Mark Zuckerberg che si sarebbe dovuto svolgere al Colosseo e che potrebbe invece disputarsi all’Arena di Verona piuttosto che a Pompei. Per capirlo occorre forse metter mano a due tra le tante possibili distinzioni tra l’essere di Destra e l’essere di Sinistra. Schematizziamo. L’uomo di Destra non ha pregiudizi verso il capitale privato e tendenzialmente considera naturale mettere a reddito il patrimonio culturale per ottenere le risorse necessarie a curarlo come si deve; l’uomo di sinistra tendenzialmente no. L’uomo di Destra considera la violenza (possibilmente ritualizzata) parte naturale dell’animo umano; l’uomo di Sinistra tendenzialmente no.

Credo sia per questo che l’idea che “due miliardari” fossero disposti a pagare alcuni milioni di euro per prendersi a cazzotti come gladiatori ubriachi all’interno del Colosseo abbia fatto inorridire tanti benpensanti di sinistra. C’è da credere che se i due avessero deciso di sfidarsi al gioco degli scacchi le reazioni sarebbero state meno virulente. È probabile che se ad autorizzare tale show globale fosse stato un governo di Sinistra sarebbero state, nonostante tutto, entusiastiche.

Huffington Post

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