“Così si sanano i veri “abusi”: quelli dei pm. E ora, carriere separate” – Il Dubbio

“Così si sanano i veri “abusi”: quelli dei pm. E ora, carriere separate” – Il Dubbio

Il ministro della giustizia, il liberale Carlo Nordio, è stato di parola. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato un DdL di riforma di alcuni istituti del codice penale e del codice di procedura penale. Sono riforme di segno sicuramente garantista che vanno incontro al cittadino.
Rivolte né ai magistrati, né agli avvocati e neanche agli imputati, ma proprio a tutti noi.
Montesquieu nel suo Lo spirito delle leggi scriveva “dalla bontà delle leggi penali dipende principalmente la libertà del cittadino”. Non vi è alcun dubbio che questa riforma vada nel senso auspicato da Charles-Louis de Secondat.

Vigileremo sull’iter parlamentare della riforma. Siamo consapevoli di quali e quante trappole ci saranno sulla sua strada. Le caste si sono già messe in moto per ostacolarla. Ci auguriamo che i partiti di maggioranza e quelli di minoranza che già si sono dichiarati favorevoli, Azione e Italia Viva, siano vigili e non cedano alla pressione delle potenti corporazioni che remeranno contro.

La riforma si limita a sanare gli abusi: l’abuso delle misure cautelari, l’abuso delle intercettazioni, l’abuso dell’abuso d’ufficio e alcuni altri abusi minori. In questo senso è una riforma contro gli abusi di certa magistratura nota alle cronache. Non è poco.
Ma sento il dovere civico di dire proprio oggi a chiare lettere, che questa come tante altre riforme che abbiamo visto o che vedremo in tema di giustizia sarà resa vana senza la riforma di sistema: la separazione delle carriere.

Sin quando chi contesterà reati, chi proporrà misure restrittive, chi cercherà prove a carico resterà collega (parente stretto) di chi su quei reati, su quelle misure, dovrà decidere e avere l’ultima parola (il Giudice), il cortocircuito del nostro sistema non avrà fine.
Facile e amara previsione.

Il Dubbio, 16 giugno 2023

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