Intervista ad Antonio Patuelli: “Al sistema bancario Usa servono regole più stringenti”

Intervista ad Antonio Patuelli: “Al sistema bancario Usa servono regole più stringenti”

«Le banche saltano in aria per due motivi: carenze di liquidità o problemi di solidità patrimoniale. Ho il sospetto che per questa banca americana sia avvenuto il combinato disposto dei due».
Il numero uno dell’Abi, Antonio Patuelli, ha una visione privilegiata del sistema del credito e mantiene i nervi saldi di fronte alla grande tempesta di Silicon Valley Bank.

Presidente, la vicenda ha radici lontane: è stato Donald Trump ad alzare il tetto per gli attivi di banche come Svb, rendendo meno severi i controlli voluti da Barack Obama.

«Questa banca era stata esonerata da rispettare i requisiti di liquidità, ma la deregulation negli Stati Uniti viene da lontano: è stata una delle cause prima della crisi dei subprime poi del grande crac di Lehman Brothers e ora di Svb».

Basilea 3 impone alle banche europee soprattutto un equilibrio tra attivi e passivi.

«Certo, e la capacità di equilibrio è stato un errore per Svb, perché con una raccolta molto breve non si possono fare investimenti finanziari troppo a lunga scadenza e di conseguenza, per ragioni di liquidità, hanno venduto parte del portafoglio finanziario, cosa che ha portato minusvalenze nel patrimonio, innestando l’aggravamento della crisi».

Il rialzo repentino dei tassi ha cambiato lo scenario: Svb, come altri, era abituata a investire intitoli con redditività elevata causata da un lungo periodo di tassi negativi.

«Vero. Le banche sono società di estrema complessità, non hanno solo due piatti sulla bilancia —l’attivo e il passivo —, per cui l’equilibrio è qualcosa di estremamente complesso, ecco perché il lassismo è rischioso. Quando le banche centrali alzano i tassi di interesse, per gli istituti di credito non è una festa generalizzata. I vantaggi si vedono subito e sono l’aumento dei ricavi, ma gli svantaggi si vedono solo più tardi: la crescita del costo della raccolta e le minusvalenze appunto sui portafogli titoli e le crisi di imprese che si traducono in insolvenze e sofferenze».

Il governatore Ignazio Visco e il consigliere del direttivo Bce Fabio Panetta continuano a chiedere prudenza nell’aumentare i tassi.

«Sono totalmente d’accordo con loro: le manovre sui tassi siano operate con prudenza. Il problema è avere per tutto l’Occidente regole identiche e non norme diverse che favoriscono qualcuno ma non impediscono la crescita delle difficoltà. Chiediamo che le regole sulle due sponde dell’Atlantico siano applicate in maniera identica per ragioni di uguaglianza e presupposti di concorrenza, competitività, prudenza e vigilanza. Semmai da noi c’è un eccesso di regolamentazione mentre le crisi vengono sempre da “Oltremare”». Gli stress test allora servono. «Le regole rigide fanno bene! Sono come le terapie preventive: si sopporta lo sforzo, ma poi se ne hanno benefici».

C’è un rischio sistemico per l’Italia?

«Solo le autorità di vigilanza e il ministro dell’Economia, in quanto presidente del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, possono avere un quadro completo. Ho letto dichiarazioni rassicuranti di Giorgetti che condivido sulla base di ragionamenti. Primo: Lehman Brothers era una crisi sistemica di una tra le banche più grandi, cosa che non è Svb. Secondo: da Lehman è passato un quindicennio, un periodo usato bene in Europa e Italia per realizzare l’Unione bancaria con la vigilanza unica che ha portato all’aumento delle soglie di patrimonio indispensabile. Terzo: le nostre banche hanno 400 miliardi investiti in titoli di Stato che producono riserve di liquidità e il rischio minusvalenza si combatte con portafogli obbligazionari non a lunghissima scadenza». «La possibilità di un impatto indiretto è qualcosa che dobbiamo monitorare», ha detto Gentiloni. «Saggio Gentiloni, non a caso è commissario economico dell’Ue. Gli effetti indiretti si vedono già da venerdì con andamenti flettenti nelle Borse in Europa». Forse il vero pericolo viene dall’inflazione. «Le imprese hanno già iniziato a ritirare depositi. A seconda delle necessità e delle possibilità, nel senso che costando di più le attività finanziarie per il rialzo dei tassi cercano di aver meno bisogno di prestiti, vediamo che i crediti alle aziende non crescono molto. Auspico quindi che, dopo Svb, la Bce faccia una riflessione in più rispetto alla decisione già annunciata di aumentare ancora i tassi».

Il Corriere della Sera

Share