Ad Hamas non importa nulla della gente di Gaza

Ad Hamas non importa nulla della gente di Gaza

Nel 1957, dopo aver preso il premio Nobel, Albert Camus disse di credere nella giustizia ma che prima della giustizia avrebbe difeso sua madre. È un episodio molto noto e nel suo ultimo libro, I miei eroi, Pierluigi Battista l’ha ripercorso nel dettaglio. Camus era nato e cresciuto in Algeria e aveva sempre sostenuto la causa dell’indipendenza algerina, anche in tempi in cui a Parigi non era tanto di moda.

Ma quando gli indipendentisti algerini cominciarono a colpire civili a casaccio, Camus si sfilò. Fu molto criticato e peggio, irriso per la fiacchezza morale di un filosofo capace di anteporre le ragioni piccole del suo tinello a quelle grandi della storia. Ma Camus parlava invece dell’enormità di sacrificare le vite di chi non c’entra niente in nome di un’istanza più alta: nessuna istanza, diceva, è così alta da giustificare la mattanza indiscriminata, nessuna è così alta da permetterci di disporre della vita della madre altrui.

Non si può non pensare a Camus guardando le immagini di Gaza. Con una complicazione in più: Hamas e i suoi amici non aspettano altro che la mattanza per additare al mondo il nazismo sionista e trovare alleati per la soluzione finale. Nulla gli importa, da decenni, della gente di Gaza. Non ripetete gli errori che abbiamo commesso noi dopo l’11 settembre, ha detto ieri Joe Biden a Bibi Netanyahu. Quindi? È cecità, ha scritto giustamente Giuliano Ferrara, dire a Israele che cosa non fare, e quanto a che cosa fare aggiungere “non lo so”. Se chiedete a qualcuno che dovrebbe fare ora Israele, più spesso risponderà “non lo so”. Se lo chiedessero a me, direi “non lo so”.

La Stampa

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