Abusare

Abusare

Abusando delle esagerazioni si finisce con il vivere in una realtà alterata, alle soglie della follia. Vale per quanti avversano il disegno di legge Nordio, circa l’abuso d’ufficio, e vale per quanti attaccano a testa bassa il testo della direttiva europea sulla corruzione. Una discussione può essere interessante e anche animata senza che si avverta il bisogno di estremizzarla, riducendo tutto a faziosità priva di senso.

Anche se quel disegno fosse approvato esattamente come è stato presentato, non significherebbe che un pubblico ufficiale potrà liberamente abusare del proprio ufficio. Nessuno che sappia di che sta parlando può sostenere una simile enormità. Anzi, il rischio che corre un tale provvedimento non è quello di essere troppo efficace, ma di non esserlo affatto, nel senso che – mancando la responsabilità della Procura in capo alle accuse che muove – potrebbe andare a finire che cancellando l’ipotesi ‘minore’ di reato verranno sostenute le ‘maggiori’: dal falso alla turbativa e alla corruzione. In quel modo l’esposizione dell’amministratore alla gogna resterebbe immutata. Se il reato d’abuso viene contestato in massa e poi porta condanne con il contagocce, probabilmente succederà la stessa cosa ma anche con i medesimi guasti. Tutto qui. Ragionando con calma e pregando di arrivare alla conclusione dell’articolo.

La direttiva europea sulla corruzione deve ancora essere discussa dal Parlamento europeo e adottata dal Consiglio. Una discussione è una discussione, sicché si possono anche sollevare questioni nel merito. Tanto più che quel testo nasce all’indomani del Qatargate – i cui contorni restano oscuri – in cui la condotta della Procura belga fu liberticida e noi italiani abbiamo ampia esperienza negativa di quanto procedere demagogicamente nell’approvare norme moralistiche finisca non con il diminuire la corruzione ma con l’aumentare la precarietà dell’agire politico. In ogni caso, nessuno si sogna di eliminare i reati di corruzione; quindi, con calma, meglio discutere nel merito e dopo avere almeno letto quello di cui s’intende parlare.

La nuvola nera sia sopra la riforma Nordio che su ogni altra iniziativa volta alla (giusta) repressione del crimine – quella che toglie luce tanto alla sete di giustizia quanto alla ripulsa del giustizialismo forcaiolo – non è la redazione di questo o quel codicillo ma il non funzionamento della nostra macchina che amministra la giustizia. Io cittadino ci sto a subire un’accusa ingiusta, so che fa parte delle regole di convivenza, ma non ci sto a passare dieci e più anni a difendermi. È incivile. E ci sto a ribadire che anche il peggiore criminale ha diritto a un giusto processo e a un’adeguata difesa, ma non ci sto al fatto che la condanna arrivi dopo un tempo superiore alla pena. È incivile.

Questo è il nostro problema. Cui la cagnara delle tifoserie aggiunge soltanto il fastidio di dovere mettersi a scrivere cose ovvie.

 

La Ragione

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