Scuola di Liberalismo 2021 – Messina: lezione di Giancristiano Desiderio sul tema “Conflitto e libertà”

Scuola di Liberalismo 2021 – Messina: lezione di Giancristiano Desiderio sul tema “Conflitto e libertà”

Quarto appuntamento dell’edizione 2021 della Scuola di Liberalismo di Messina, promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi ed organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Messina e con la Fondazione Bonino-Pulejo. Il corso, dedicato alla memoria del Prof. Girolamo Cotroneo, si prefigge l’obiettivo di trattare ed approfondire le figure e le forme del pensiero liberale e si articola in 17 lezioni, erogate in modalità telematica attraverso la piattaforma Zoom; gli incontri si svolgono, di norma, nei giorni di lunedì e giovedì dalle ore 17 alle ore 19.

La quarta lezione si svolgerà lunedì 25 ottobre: dopo l’introduzione da parte del prof. Pippo Rao (Direttore Generale della Scuola), seguirà la relazione di Giancristiano Desiderio (giornalista, scrittore, saggista e docente di Filosofia e Storia, nonché membro del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi), dal titolo “Conflitto e libertà”.

La partecipazione all’incontro è valida ai fini del riconoscimento di crediti formativi agli studenti dell’Università degli Studi di Messina.

Pippo Rao

Direttore Generale Scuola di Liberalismo di Messina


La libertà dipende dal conflitto o dall’assenza di conflitto? Forse, in prima istanza saremmo tentati dal sostenere che la libertà dipende dall’assenza di conflitto. Poi, riflettendoci su noteremo che se non c’è dissenso è difficile immaginare di essere liberi e, del resto, è altrettanto difficile immaginare un sistema politico-istituzionale di tipo liberale senza l’opposizione. Il conflitto, dunque, non si fa mettere così facilmente da parte e in un regime liberale prende le sembianze del legittimo dissenso e della fisiologica opposizione. Tuttavia, il rapporto tra conflitto e libertà non si limita a questo ed è molto più stretto e profondo di quanto non si creda. Riguarda la stessa condizione umana e l’impossibilità di superarla senza cadere nelle utopie, nelle distopie, nei totalitarismi. Come, del resto, è già accaduto nel Novecento.

La radice dello Stato moderno è gnoseologica. L’uomo non sa tutto e di conseguenza non può tutto. Mettere a tema l’idea di sapere è la premessa indispensabile per intendere il legame indissolubile che c’è tra conflitto e libertà. La prima tentazione umana, infatti, è quella di conoscere la “natura umana” per superare una volta e per sempre i mali del mondo e pacificare così l’umanità con sé stessa. Lo schema è abbastanza semplice: ci sono alcuni uomini che sono in possesso di una conoscenza superiore che permette di trasformare il male in bene e di realizzare la società giusta e perfetta. Conoscendo la verità non resta altro da fare che unirla al potere. I profeti non sono più disarmati. Non c’è un prezzo così alto – neppure lo sterminio di massa – che non possa essere pagato per realizzare questo scopo necessario insito nella natura e nella storia. Per neutralizzare questo dispositivo totalitario bisogna rendersi conto del “funzionamento” del pensiero occidentale e smontare il sapere al fine di evitare la fatale sintesi di verità e potere. In questo modo si potrà vedere che la condizione umana è intimamente conflittuale e il fine di ogni attività umana – prima fra tutte l’attività della pensiero – non è il superamento definitivo del conflitto e del male ma la limitazione del potere (compreso il potere della conoscenza).

Per una essenziale bibliografia rinvio ad alcuni miei testi editi con Liberilibri: Le uova e la frittata. Filosofia e libertà in Benedetto Croce, Hannah Arendt, Isaiah Berlin; Il Bugiardo Metafisico; Lo spirito liberale; La verità, forse.

Giancristiano Desiderio

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