La fondazione Einaudi propone una nuova Costituente. Marcucci (Pd): “Sono recidivo, eliminare il bicameralismo perfetto”

La fondazione Einaudi propone una nuova Costituente. Marcucci (Pd): “Sono recidivo, eliminare il bicameralismo perfetto”

La fondazione presenta un disegno di legge per l’istituzione di un’Assemblea. Benedetto: “Serve una visione organica, no a piccoli interventi”. Presenti parlamentari di tutti i gruppi.

Un’Assemblea costituente per riscrivere la Costituzione. E’ la proposta lanciata dalla Fondazione Luigi Einaudi in conferenza stampa a Montecitorio. L’obiettivo, si legge nel documento presentato oggi alla Camera, è quello di modificare “la seconda parte della Costituzione e il modello di architettura istituzionale” per “far fronte alle repentine sfide poste da una realtà politica, sociale, economica, culturale in accelerazione”. All’incontro erano presenti i parlamentari di quasi tutti i gruppi, dalla maggioranza all’opposizione, come il dem Andrea Marcucci, il forzista Andrea Cangini e il senatore di FdI Ignazio La Russa e Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia del Senato. Tutti hanno dato la loro disponibilità a portare avanti l’iniziativa.

Durante la conferenza stampa è stato presentato il disegno di legge per l’istituzione di una Costituente formata da 100 componenti, la cui elezione dovrà avvenire durante le prossime elezioni politiche (e comunque dopo l’entrata in vigore del testo in questione). L’iniziativa della fondazione critica il metodo con cui sono state approvate le riforme costituzionali nel corso di questa legislatura. Un esempio sono la riforma sul taglio dei parlamentari e quella sul voto ai diciottenni per il Senato. Una logica basata su tante piccole modifiche e priva di quella che viene definita “una visione organica”, per usare le parole di Giuseppe Benedetto, presidente della fondazione.

“Vorremmo che la Costituzione non fosse ‘sbocconcellata’ e presa a pezzettini”, ha detto in conferenza stampa. L’ultimo riforma organica risale al 2016, quando Renzi tentò invano di eliminare il bicameralismo perfetto e di modificare il Titolo V sul rapporto tra Stato e regioni. Un tentativo su cui ritorna il senatore del Pd Andrea Marcucci, ex renziano e all’epoca sostenitore della riforma voluta dall’ex premier. “Sono recidivo”, dice ai margini della conferenza stampa. “Non ho smesso di pensare dopo il 2016 che serva mettere mano al bicameralismo e al rapporto con le regioni. Le riforme organiche a cui sta lavorando il governo Draghi, vanno accompagnate da un vero ammodernamento della nostra Carta”

La  proposta però non entra nel contenuto delle modifiche. Il fine della fondazione è quello di proporre un metodo attraverso cui approvare la riforma, il cui merito – si legge ancora nel documento – “sarà rimesso alle distinte sensibilità” che entreranno a far parte dell’Assemblea. Secondo il costituzionalista Alfonso Celotto, sebbene l’iniziativa parli solo della seconda parte, sarebbe necessario modificare anche la prima per “rendere attuali alcuni diritti”,  come “la riservatezza, il mondo di internet e anche della televisione”.

La Repubblica

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