La Fondazione Einaudi presenta il paper “Difesa, l’industria necessaria”. Crosetto: “La grande sfida è sulla tecnologia. Userei fondi europei”

La Fondazione Einaudi presenta il paper “Difesa, l’industria necessaria”. Crosetto: “La grande sfida è sulla tecnologia. Userei fondi europei”

“Oggi lo scontro non è tra Occidente e Russia, ma tra Stati Uniti e Cina che si sfidano sulla capacità di sviluppare nuove tecnologie: dall’intelligenza artificiale ai supercomputer, dai computer quantistici al cyber, fino alla sfida tecnologica per lo spazio e i fondali marini”. È quanto ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al convegno della Fondazione Luigi Einaudi promosso per presentare il paper Difesa, l’industria necessaria. “Da decenni l’Occidente subisce, senza combatterla, una guerra di disinformazione e cyber-attacchi senza accorgersene e senza reagire”, ha aggiunto. Oggi, sottolinea, “è importante ricreare una cultura della difesa da tutti i punti di vista, non solo quello difensivo classico e di protezione dei nostri interessi, ma anche come costruzione di un presupposto tecnologico per una seconda rivoluzione industriale per il nostro comparto”. E sulla possibilità di sfruttare i fondi europei per la Difesa, è certo: “Safe andrebbe utilizzato”.

Durante l’evento il professor Alberto Pagani, docente all’università di Bologna, ha illustrato lo studio che ha curato per conto della Fondazione Einaudi. Dal documento emerge che investire nell’industria della Difesa è necessario sia per garantire al nostro Paese, e all’Unione europea, sicurezza e capacità di deterrenza, sia produrre, attraverso la ricerca scientifica, innovazioni tecnologiche a “doppio uso” (internet, sistemi GPS e così via) che generano sviluppo economico e mettono il sistema Paese nelle condizioni di competere con giganti come Stati Uniti e Cina. Progetti che soddisfano sia le esigenze militari che civili, massimizzando l’efficienza degli investimenti. “Il valore dell’industria della difesa italiana si stima si aggiri intorno ai 16 miliardi di euro. Un comparto caratterizzato da lunghe catene di fornitura che in Italia dà lavoro a 50mila operatori diretti, che diventano 159mila se si considera l’indotto”, si legge nello studio.

Per il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, “sul piano politico oggi l’obiettivo è rilanciare una nuova prospettiva strategica nel quadro della Nato”. E ha poi aggiunto: “Parlare di autonomia strategica europea senza parlare di investimenti in Difesa, di industria della Difesa, soprattutto tecnologica, è parlare di nulla”.

I DATI – Il sondaggio “Il concetto di sicurezza tra gli italiani: percezione e declinazioni”, condotto da Euromedia Research e illustrato da Alessandra Ghisleri rileva che complessivamente il 64,8% degli intervistati ritiene che il nostro Paese faccia bene a investire nel comparto difesa e debba mantenere l’attuale livello di spesa (33,4%) o mettere piu risorse (31,4%). Solo il 23% è contrario e spenderebbe meno. L’86,7% del campione associa alla parola “Difesa” il concetto di “Prevenzione e sicurezza”, il restante 13,3% quello di “Lotta e combattimento”. Emerge inoltre che il 68,3% è favorevole a una politica comune di difesa e sicurezza tra gli altri Stati membri dell’Ue, mentre il 13,3% non sa rispondere alla domanda, così come oltre il 40% degli intervistati non conosce la NATO (4,7%) o non sa spiegare correttamente cosa sia (35,6%).

Anche a fronte di questi dati, il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini, ha dato vita a un confronto con i direttori del TgLa7 e di Huffington Post Italia, Enrico Mentana e Mattia Feltri, sulla necessità, in una fase storica caratterizzata da fake news e disinformazione, di formare un’opinione pubblica consapevole quando si parla di difesa. Entrambi i direttori sono stati concordi sulla necessità che, insieme alla politica, oggi anche i media debbano fare la loro parte. “Abbiamo presentato questo paper cercando di chiarire come dagli investimenti nella difesa dipendano il ruolo internazionale dell’Italia, la pacifica garanzia delle nostre libertà, lo sviluppo tecnologico delle nostre aziende”, ha detto Cangini. “La Fondazione Einaudi continuerà a fare la sua parte per formare su questi temi un’opinione pubblica consapevole, ne va della qualità della nostra democrazia”.

Sull’argomento è tornato anche il ministro Crosetto. “Ho chiesto al capo di Stato maggiore della Difesa di farmi un quadro reale delle minacce e dello stato attuale della nostra difesa”, ha detto, “quando l’avrò, chiamerò tutti i leader politici del Paese e li informerò, in modo che non possano dire ‘non sapevo’. Dal giorno dopo, quando ciascuno di loro parlerà, lo farà sapendo le stesse cose che so io”.

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