Presentato in Fondazione Einaudi lo studio “Scrittura a mano vs digitazione: chi vince la battaglia” 

Presentato in Fondazione Einaudi lo studio “Scrittura a mano vs digitazione: chi vince la battaglia” 

Nella sede della Fondazione Luigi Einaudi è stato presentato questa sera lo studio “Le neuroscienze dietro la scrittura: scrittura a mano contro scrittura digitale”, realizzato dal Dipartimento di Neuroscienze del Policlinico universitario Gemelli in collaborazione con l’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi, e recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Life. Hanno partecipato all’evento il direttore dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale, Andrea Cangini, i professori Eugenio Maria Mercuri e Gabriele Siani, la dottoressa Marianna Mazza e il dottor Giuseppe Marano.

Con l’obiettivo di indagare i meccanismi neurali alla base della scrittura a mano in corsivo e della digitazione, il paper, coordinato dal professor Mercuri e da un gruppo di ricercatori del Policlinico Gemelli, ha esaminato numerosi studi di neuroimaging già effettuati su campioni di adulti impegnati nelle due differenti attività. Dai risultati emerge che mentre digitare attiva prevalentemente le regioni motorie associate ai movimenti ripetitivi delle dita e all’elaborazione visiva, mentre scrivere a mano coinvolge le regioni del cervello responsabili della pianificazione motoria e le aree coinvolte nell’elaborazione visiva e linguistica, compresa l’area visiva della forma di parola e la corteccia motoria primaria. Tradotto: scrivere a mano rafforza la memoria e l’apprendimento, favorisce l’articolazione del pensiero e la creatività, stimola il cervello a collegare le attività motorie e i processi cognitivi, rafforza l’identità di chi scrive e promuovono lo sviluppo dell’autocontrollo. Lo studio sottolinea anche il ruolo cruciale della scrittura manuale nei processi educativi, soprattutto nei bambini. “Alla luce di queste prove”, si legge, “gli educatori e i politici dovrebbero considerare la possibilità di dare priorità all’insegnamento della scrittura a mano nei programmi scolastici”.

In un’epoca in cui si scrive sempre più su tastiera, ha sottolineato Andrea Cangini, “il nostro è solo l’ultimo, in ordine cronologico, di numerosi studi scientifici che invitano mantenere vive buone pratiche come la scrittura a mano in corsivo e la lettura su carta. Non si tratta di nostalgia, ma di neuroscienze. Nell’era del digitale, riscoprire la scrittura a mano, valorizzandola, è fondamentale per consegnare ai cittadini, giovani e meno giovani, una risorsa preziosa per sviluppare a pieno le loro facoltà cognitive”. Integrare, dunque, la ricchezza multisensoriale della scrittura manuale con la rapidità e l’innovazione della scrittura digitale.

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