Mediobanca, l’inchiesta e l’intreccio

Mediobanca, l’inchiesta e l’intreccio

Cè un dettaglio, di cui tenere conto: a quel che sembra il Consiglio d’Amministrazione di Mediobanca ha deciso di rinviare a settembre l’Assemblea, prevista per i prossimi giorni, pur avendo visto crescere le adesioni alla resistenza che si stava opponendo a un tentativo di scalata. La decisione è stata letta come una condizione di debolezza. Non è escluso che lo sia, ma c’è un’altra possibile lettura.

L’inchiesta della Procura di Milano sulle modalità di dismissione di quote di Monte dei Paschi di Siena (che è il soggetto da cui parte la scalata), effettuata dal Ministero dell’Economia (in quel momento unico azionista della banca, i cui conti erano saltati e salvata con i soldi del contribuente), pare toccare dei punti delicati. Punti che direttamente riguardano il fronte ostile a Mediobanca. La vendita fu affidata a Banca Akros, che scelse di vendere a Banco Bpm (a sua volta sotto scalata di Unicredit), Anima, Delfin e Caltagirone (a loro volta avversari dell’attuale assetto della banca che fu diretta da Enrico Cuccia). L’inchiesta sarebbe in ritardo sui tempi della vendita, ma in sincrono con un esposto presentato alla Procura.

Sullo sfondo la possibilità che la partita, intrecciata con le altre, sia sempre meno di mercato e sempre più riveli una regia politica e forse governativa. Come non dovrebbe mai accadere. In questo caso i tempi più lunghi sarebbero in attesa degli esiti dell’inchiesta, più che di novità dal mercato.

Tutto come non dovrebbe mai accadere.

La Lomellina

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