I politici temono di essere confusi con l’oligarchia

I politici temono di essere confusi con l’oligarchia

E dunque Elizabeth Warren annuncia la sua candidatura alle primarie democratiche per la Casa Bianca nel cortile di casa. Sull’erba, dove di solito troneggia il barbecue celebrato dall’everyman americano visto in tanti film. Con il marito accanto, per dare alla scena un tocco di familiarità confidenziale, e il cane accanto, che intenerisce la figura: anche se in campagna elettorale, un cane non funzionò benissimo con Mario Monti che voleva smentire la sua fama di algido tecnocrate e diventare un po’ più popolare. Populista, proprio no, ma popolare certo che sì. Perché nell’era del discredito massimo delle élite, nell’epoca in cui chiunque faccia parte dell’establishment deve dimostrare di essere molto lontano dall’establishment, nell’era della rivolta degli esclusi, la solennità va bandita. Bisogna che i politici mostrino un volto informale, colloquiale, normale, comune. Bisogna che da ogni loro gesto emani questa massima: siamo come voi, siamo quelli dei pianerottolo, siamo quelli che andiamo in autobus alla cerimonia in cui, come Roberto Fico, diventeremo presidenti della Camera dei deputati. Uno di voi, con il controllore che si assicura che il biglietto sia stato debitamente obliterato.

E poi c’è la coppia Di Maio-Di Battista che fa proclami alla Nazione con cappuccio e scarponi da sciatori della domenica: più skilift per tutti. Siamo come voi, torniamo dal Guatemala, e questo non è da tutti, ma appena messo piede sulle nevi italiche affittiamo snowboard come voi. Siamo come voi, rientriamo dal balcone di Palazzo Grigi e ci mettiamo in seggiovia come voi, anche se le piste hanno poca neve, come capita a tutti voi (e sui social i detrattori si scatenano: «sci-muniti»). E poi c’è il vicepremier Matteo Salvini che ha imparato le tecniche degli influencer di Instagram e si fa immortalare mentre addenta pane e Nutella come voi (magri), annuncia spaghettate con il sugo di salsiccia, ingurgita fette di torta, si mostra a torso nudo sulle spiagge, fa il gesto dell’ombrello durante le partite: è uno di voi. O Renzi che sulle nevi si faceva fotografare, come uno di voi, ma in bermuda al freddo, non proprio come voi ma così si notava di più.

Il politico azzera la distanza che lo separa dal resto delle persone comuni, strappa ogni velo di solennità istituzionale dai suoi gesti, parla come voi, mangia come voi, dice le parolacce come voi. Durante le consultazioni al Quirinale, le delegazioni arrivavano a piedi, così almeno si evitavano i fischi della folla. Il presidente francese Macron voleva dismettere i suoi abiti di uomo delle élite urlando frasi con uno sconosciuto da un marciapiede a un altro, ma poi sono arrivati quelli con il giubbotto giallo a rovinargli l’effimera festa del «politico dei popolo». Visto che il conto in banca non consente a Donald Trump di essere uno di voi (ma twitta compulsivo, proprio come uno di noi), c’è almeno la first lady Melania che si fa vedere mentre viaggia con gli scarponcini Timberland ai piedi: indosso quello che indossate voi. Theresa May ha cercato di conquistare il Partito conservatore ancheggiando sul palco al ritmo di una musica ballabile: ballo come fate voi. E poi anche Giorgia Meloni, per non essere a meno, si fa fotografare mentre si riposa sotto le coperte a Capodanno con la sua bambina, per essere come tutti voi.

Scesi dal piedistallo, i politici temono di essere confusi con l’oligarchia di chi vive in un mondo separato. Si dice che frequentino di meno le tribune vip degli stadi, che implorino la scorta di tenersi a distanza di qualche metro. Negli Stati Uniti la candidata democratica si tiene lontana da Wall Street, a differenza di Hillary Clinton che ne ha pagato infatti le conseguenze, per tenersi vicina alla sua cucina di casa: il focolare domestico come simboli di quotidianità nonnaie. Tutti in bici, in monopattino addirittura, nelle spiagge affollate e non sugli yacht, in famiglia. Renzi fu immortalato con il carrello del supermercato stracarico di buste peraltro già passate alla cassa. E fanno il karaoke, si fanno fotografare mentre assistono alla recita natalizia dei figli, mentre bevono mestamente un boccale di birra, come Bersani qualche anno fa.

Siamo come voi, non siamo dell’odiosa élite, non ci rinchiudiamo nel recinto dorato dei circoli oligarchici È il messaggio di quest’era politica, in tutte le democrazie occidentali. Il cortile di casa come nuova istituzione.

Pierluigi Battista, Corriere della Sera 3 gennaio 2019

 

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