Ricordo di James M. Buchanan (1919 – 2013)

Ricordo di James M. Buchanan (1919 – 2013)

Il 9 gennaio 2013 è scomparso James M. Buchanan, grande amico dell’Italia, nella quale aveva trascorso un anno come Fulbright fellow (1955) rimanendo poi in contatto con diversi studiosi italiani di Scienza delle finanze e con università e centri di studio, tra cui la Fondazione Luigi Einaudi di Roma, della quale Buchanan è stato ospite in diverse occasioni.

Il legame con l’Italia di Buchanan  affondava le sue radici nella tradizione italiana di Scienza delle finanze, da lui scoperta attraverso la lettura della traduzione inglese dei Principi di Antonio De Viti de Marco e conosciuta in modo approfondito durante il soggiorno in Italia, alla fine del quale pubblicò un saggio sulla Scienza delle finanze italiana che è presto divenuto un “classico” sull’argomento.

Nel 1986 l’Accademia svedese delle Scienze gli conferì il premio Nobel “per il suo sviluppo delle basi contrattuali e costituzionali della teoria delle decisioni economiche e politiche”.

E’ del 1962 il volume intitolato Il calcolo del consenso, pubblicato congiuntamente da James Buchanan e Gordon Tullock, con il quale i due studiosi americani diedero inizio al nuovo settore di ricerca denominato Public choice, al quale hanno aderito centinaia di studiosi, non solo economisti, ma anche politologi e filosofi.

I due elementi di base su cui si fonda questa scuola di pensiero sono, da un lato, l’estensione alle scelte pubbliche del paradigma dell’homo oeconomicus e, dall’altro lato, l’idea della politica come scambio.

Un importante risultato dei profondi studi in materia fu la percezione da parte di Buchanan che nei sistemi democratici fosse necessario un complesso di regole di carattere costituzionale per vincolare le scelte dei politici in modo da mantenere il pareggio del bilancio. Sull’attuazione di queste regole Buchanan ebbe molte disillusioni. Il suo ultimo scritto, ancora inedito, è dedicato alla “tragedia” della finanza pubblica americana.

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