Cosa c’è dietro la celeberrima metafora della fiera di Luigi Einaudi

Cosa c’è dietro la celeberrima metafora della fiera di Luigi Einaudi

Il principio della stabilità dei possessi e quello per cui «chi rompe paga» definiscono una cornice di regole chiare per gli operatori economici. Affidano le radici nella nostra storia, li abbiamo sperimentati nelle situazioni più diverse. Quando una società è in grado di garantirli, sa grosso modo cosa ne avrà in cambio: un’economia di mercato.

La certezza del diritto è il singolo fattore più importante perché il processo di mercato possa avere luogo, Luigi Einaudi rese l’idea con un’immagine celeberrima:

“Tutti coloro che vanno alla fiera, sanno che questa non potrebbe avere luogo se, oltre ai banchi dei venditori, i quali vantano a gran voce la bontà della loro merce, ed oltre la folla dei compratori che ammira la bella voce, ma prima vuole prendere in mano le scarpe per vedere se sono di cuoio o di cartone, non ci fosse qualcos’altro: il cappello a due punte della coppia dei carabinieri che si vede passare sulla piazza, la divisa della guardia municipale che fa tacere due che si sono presi a male parole, il palazzo del municipio, col segretario e il sindaco, la pretura e la conciliatura, il notaio che redige i contratti, l’avvocato a cui si ricorre quando si crede di essere a torto imbrogliati in un contratto, il parroco, il quale ricorda i doveri del buon cristiano, doveri che non bisogna dimenticare nemmeno in fiera”.

Alberto Mingardi, L’intelligenza del denaro

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